La Madonna del Conforto torna a Santa Maria Antiqua

Riaperto dopo un restauro durato 30 anni il più antico luogo di culto mariano nella Capitale. La processione attraverso il Fori Romano

Riaperto dopo un restauro durato 30 anni il più antico luogo di culto mariano nella Capitale. La processione attraverso il Foro Romano e la mostra

Un’icona che torna a “casa” dopo dodici secoli, una processione all’interno dei Fori Imperiali dopo due secoli e la chiesa di Santa Maria Antiqua che riapre dopo trent’anni di lavori di restauro. Un pomeriggio di preghiera, carico di emozioni, quello che i fedeli hanno vissuto ieri, martedì 15 marzo, nella basilica di Santa Francesca Romana al Palatino, nota anche come Santa Maria Nova. La basilica, retta da monaci benedettini Olivetani, fu costruita nel 982 proprio per ospitare l’icona della Madonna del Conforto che ieri sera è stata traslata in pellegrinaggio nella chiesa di Santa Maria Antiqua, considerato uno dei più antichi luoghi di culto cattolico dedicato alla Madonna a Roma, uno dei centri della diffusione del cristianesimo. L’icona è stata trasferita a Santa Maria Antiqua in occasione della mostra “Santa Maria Antiqua. Tra Roma e Bisanzio” promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma, che aprirà i battenti giovedì 17 marzo.

Fondata nel VI secolo, la chiesa fu poi interrata e al suo posto fu costruito il monastero delle suore di Santa Maria Liberatrice, titolo poi passato a Testaccio. Quando il monastero fu demolito riemerse l’antica chiesa nel 1899. L’icona risalirebbe al V secolo, è alta 132 centimetri e larga 97: per gli studiosi è la più antica di Roma. Rappresenta i volti ad encausto della Madonna e del Bambino ed è del tipo Odigitria: la Vergine ha Gesù sul braccio destro e lo indica con il sinistro. Nel medioevo più volte è stata portata in processione per la via sacra dei Fori Romano. Nonostante la sua esistenza fosse nota, dal 1100 al 1952 se ne persero improvvisamente le tracce. Fu il restauratore Pico Cellini a ritrovarla mentre lavorava al restauro del mosaico del dodicesimo secolo che si trova sull’abside della basilica. Si racconta che il ritrovamento dell’icona fu motivo di conversione per il restauratore che ogni domenica si recava nella basilica di Santa Francesca Romana per ammirarla e “presentarla” ai fedeli.

L’icona è ospitata, anche per motivi di sicurezza, nella cappella della comunità di Santa Francesca Romana. «È lo scrigno ideale per questa perla – ha detto l’abate generale della congregazione dei benedettini di Monte Oliveto, padre Diego Maria Rosa, che ha presieduto la recita dei vespri e guidato la processione -. Gli occhi grandi della Madonna rappresentata nell’icona danno un senso di pace, protezione e fiducia. La processione di stasera vuole ricordare quella del 590 voluta da San Gregorio Magno per chiedere di far cessare la peste». In cammino dietro all’icona, parroci e rettori delle chiese che circondano i Fori Romani tra i quali il rettore della basilica di San Teodoro, l’archimandrita Symeon Katsinas.

L’iniziativa della processione a Santa Maria Antiqua, aggiunge il vice rettore di Santa Francesca Romana padre Vincenzo Patella, «è stata presa insieme a monsignor Matteo Zuppi, attuale arcivescovo di Bologna ma all’epoca vescovo ausiliare del Centro storico. A colpire sono gli occhi grandi, come quelli di una mamma, ed è nota come “Vergine del conforto” perché è particolarmente vicina a chi si affida a lei. La mostra che sarà inaugurata giovedì è l’occasione per iniziare una nuova apertura al pubblico di Santa Maria Antiqua ma anche per far rivivere un culto nel Foro Romano».

Per il soprintendente ai Beni archeologici di Roma Francesco Prosperetti è «un orgoglio riaprire il sito proprio nell’Anno Santo della Misericordia e ricostruire, attraverso la mostra, le vicende di santa Maria Antiqua, luogo straordinario e perduto per secoli ma che era la saldatura tra impero e cristianesimo».

16 marzo 2015