La Lumsa, 83 anni da «comunità educante»

Inaugurato l’anno accademico, con il presidente del Cda il cardinale Lajolo e il rettore Bonini. Ospite: il ministro della Cultura Sangiuliano, ex docente dell’ateneo

«Io ho sempre pensato che l’università non è soltanto un luogo di formazione, che è importantissima. Ma tutte le università devono rappresentare un faro di cultura perché la cultura è il nostro futuro. In una nazione come l’Italia la cultura deve assumere un ruolo centrale perché siamo la prima superpotenza culturale del pianeta e dobbiamo puntare tantissimo sulla cultura anche in termini di Pil, di crescita economica della nazione». Sono le parole pronunciate ieri, 6 dicembre, dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, ospite dell’inaugurazione dell’83° anno accademico dell’Università Lumsa, nella sede di Roma.

Ad aprire la cerimonia, il cardinale Giovanni Lajolo, presidente del Cda dell’Università Lumsa, che ha dato lettura del telegramma ricevuto dal segretario di Stato vaticano il cardinale Pietro Parolin, con il saluto e la benedizione di Papa Francesco: «Il Santo Padre invia il suo benaugurante saluto. Egli esorta coloro che svolgono la missione educativa a proseguire con rinnovato spirito di dedizione nella formazione integrale dei giovani e incoraggia a divenire un importante strumento culturale e pastorale». E dell’impegno «prospettico» dell’ateneo ha parlato il rettore Francesco Bonini, sintetizzandolo in una espressione: «Un’università che ha qualcosa da dire». Non significa, ha spiegato, parlare il linguaggio dell’ideologia o del mainstream, ma che« i nostri corsi di laurea i nostri laureati, i docenti, tutta la comunità accademica abbiano una interlocuzione positiva con il mondo circostante e portino qualcosa di nuovo, sappiano articolare dei messaggi che portino a stare bene e quindi fare bene il proprio dovere professionale, quello per il quale i nostri studenti si stanno preparando».

In questo senso, ha chiarito Bonini, operano «tutte le varie strutture dell’università e tuta l’offerta formativa dal corso di laurea triennale fino ai dottorati. Insomma – ha continuato – il sistema universitario a Roma e in Italia è un sistema universitario di grande importanza e di grande rilievo. L’Università Lumsa c’è dentro con piena soggettività in maniera molto significativa ma allo stesso tempo questo sistema è aperto all’Europa e al mondo. I nostri laureati guardano e si occupano di un orizzonte molto più vasto perché l’università è appunto un elemento universale e l’impegno di tutti è un impegno di comunità, perché la Lumsa ha questa caratteristica di essere un’università che nasce e si sviluppa come comunità educante».

Dall’altra parte però, ha rilevato il rettore, «il nostro sistema Paese non ha ben chiaro cosa aspettarsi dalle università, se non le lauree. Ci serve un quadro normativo chiaro, stabile, condiviso e soprattutto realistico. Ci serve – ha sottolineato – perché noi università italiane che formiamo un sistema di valore, per essere protagonisti in sistema di istruzione superiore che è nazionale, europeo e internazionale per natura stessa, un sistema che è pubblico, non chiediamo nulla più di quanto attiene alla sostenibilità del sistema. Il Fondo di finanziamento ordinario degli atenei è costantemente manutenuto e giustamente rivalutato, resta oggettivamente migliorabile, ma è fermo al 1983. Va riparametrato con realistica urgenza – è il monito – per garantire l’architettura di un sistema che serve al Paese per presentarsi nella competitività globale. Ci saranno sempre meno giovani nelle università italiane, la sfida è allargare la platea e garantire una formazione continua superiore e farlo in un contesto internazionale, attraendo in Italia», è la proposta di Bonini.

Nel dialogo tra il ministro Sangiuliano e alcuni studenti, diversi i temi di attualità affrontati. Fra questi, la «nozione» di “italiano”, che per il ministro «non è una nozione etnica ma è una nozione di appartenenza. Italiano è chiunque si senta in Italia, chiunque condivida innanzitutto la nostra Costituzione repubblicana – ha detto -. Si diventa italiani attraverso la condivisione dei valori che sono nella nostra Costituzione. E anche attraverso i valori che sono nella nostra storia. Chiunque, se conosce Dante Alighieri, mette un mattone nella costruzione della sua italianità. Come chi conosce Petrarca, Machiavelli, Leopardi, Gentile, Gramsci, Prezzolini e così via», ha aggiunto.

Al termine della cerimonia poi sono consegnati i Premi di laurea intitolati a tre figure chiave nella storia dell’Università Lumsa: il professore Giorgio Petrocchi, il cardinale Giuseppe Pizzardo e la fondatrice Luigia Tincani. I riconoscimenti sono stati assegnati rispettivamente a Roberta Palazzo, Riccardo e Sara Striano.

7 dicembre 2022