La lezione di Adenauer per una economia vicina all’uomo

Secondo appuntamento delle Letture teologiche dedicato al Cencelliere tedesco e padre dell’Europa. Il vicario De Donatis: «Nell’incontro con il Risorto le radici di speranza» nonostante le macerie

Der Patriarch, il patriarca. In Germania viene ancora oggi chiamato così Konrad Adenauer, padre della democrazia tedesca, restauratore di una patria vilipesa dal nazismo, costruttore dell’Europa unita, cattolico praticante, uomo di fede. Dal 1949 al 1963 fu il primo Cancelliere della Repubblica federale. Erano gli anni delle grandi speranze e delle enormi scommesse. Dopo l’ennesima guerra fratricida bisognava ripartire dalla polvere. È del 1957 la sua vittoria più grande con la conquista della maggioranza assoluta in Parlamento. È il tempo dell’economia sociale di mercato grazie alla quale la Germania torna ad essere una delle prime potenze mondiali.

E proprio alla figura di Adenauer e all’economia al servizio dello sviluppo umano e sociale è stata dedicato, giovedì 18, il secondo incontro delle Letture teologiche organizzate dalla diocesi. Adenauer parla dell’impatto della visione materialistica nella prassi «che a suo dire contraddirebbe la visione cristiana della vita economica, sociale e politica», ha fatto notare il vescovo eletto di Teramo-Atri Lorenzo Leuzzi che ha poi citato l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, portatrice di proposte di «realismo storico». Solo quest’ultimo – ha aggiunto il presule -, «che è la vera novità dell’insegnamento di Papa Francesco, potrà rispondere alle preoccupazioni di Adenauer, perché la visione materialistica della società non può essere affrontata solo in termini di benessere del singolo e della comunità, ma con progettualità sociale che non può non avere una base teologica. Di qui l’urgenza di una ispirazione cristiana della politica» che sia in grado di mettere in campo «una mentalità costruttiva e non semplicemente moralizzatrice».

Solidarietà sociale, redistribuzione della ricchezza e difesa dei valori etici sono stati al centro dell’intervento del professor Mario De Caro, docente di Filosofia morale a Roma Tre: «Adenauer mette in campo un’economia capace di interessarsi alle persone andando contro l’idea di “homo oeconomicus” in cui l’obiettivo del benessere individuale è quello di massimizzare i profitti». L’homo oeconomicus «è perfettamente egoista perché, nella ricerca esclusiva del proprio vantaggio personale – ha riflettuto il docente -, non è vincolato ad alcuna norma morale». Lo spirito di Adenauer, come ha ricordato Bianca Maria Farina, presidente di Poste Italiane in un messaggio fatto pervenire al convegno, «era quello di includere, unire, condividere avendo in mente la tutela dei più deboli. Oggi nessuno pensi che costruire barriere, fortezze, possa garantire la sopravvivenza e una stabilità che voglia a tutti i costi moltiplicare il benessere di alcuni cittadini a scapito di altri».

Nell’esperienza dei padri dell’Europa,
l’incontro con il Risorto – ha concluso il vicario Angelo De Donatis – «rende legittimo sperare che un paese martoriato possa risorgere e ritrovare radici solide di speranza trascendente, capace di parlare agli uomini e chiamarli a un impegno comunitario per la costruzione di uno Stato attento ai più poveri e ai meno considerati». Il 25 gennaio l’ultimo appuntamento con le Letture teologiche dal titolo «Identità e integrazione: la prospettiva europea» dedicato al presidente del Consiglio francese Robert Schuman.

 

19 gennaio 2018