La Laudato si’ e l’ecologia integrale a Roma

Incontro a San Gregorio VII con il geologo Mario Tozzi: «L’Enciclica sottolinea l’esigenza di ridistribuire le ricchezze del nostro pianeta»

Incontro a San Gregorio VII con il geologo Mario Tozzi: «L’Enciclica sottolinea l’esigenza di ridistribuire le ricchezze del nostro pianeta» 

L’ecologismo integrale del Papa continua a travolgere l’attualità. Sabato 9 aprile, a una settimana dal referendum del 17 aprile sulle “trivelle” in mare, nella sala parrocchiale della Chiesa di San Gregorio VII, si è tenuto l’incontro “Fratello Sole? Respirare, bere… (con)vivere a Roma” tra gli esperti e la comunità, per parlare di ambiente e inquinamento. A portare il loro punto di vista il geologo Mario Tozzi, l’ex presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, e suor Teresa Longhitano, teologa della Pontificia Università Urbaniana, con la moderazione di Paolo Procaccio.

L’enciclica Laudato Si’ è stata il cuore del dibattito: «Il problema delle materie prime a termine è il tema che secondo me Francesco ha colto molto prima di tutti gli altri governanti – ha spiegato Tozzi-. Quella di Francesco è una presa di coscienza che ha un valore doppio. Nessuno l’ha mai avuta, ma, soprattutto il Papa rivendica le ragioni dell’ambiente». Un’azione che secondo Tozzi «ha uno sconvolgente significato rivoluzionario». Al centro, ha spiegato il geologo, la lotta alla disuguaglianza: «Dal mio punto di vista ci dice una cosa che nessun altro ha il coraggio di dire: su questo pianeta bisogna ridistribuire le ricchezze».

Cogliati Dezza, ex presidente di Legambiente, ricollegandosi alla “guerra a pezzi” di cui ha parlato Francesco, ha annunciato che presto Legambiente pubblicherà un report su guerra e questioni ambientali. L’ex presidente ha spiegato che le guerre in Africa e Medio Oriente hanno molto a che fare con il binomio energia-ambiente, ed è cruciale che il Papa abbia riconosciuto per primo la figura del profugo ambientale: «Il riconoscimento del profugo ecologico dovrebbe diventare una battaglia, e si spera che anche l’Onu se ne renda conto». La professoressa Longhitano ha sottolineato che l’Enciclica non a caso parla della Terra come Casa Comune: «L’ecologia integrale – ha ricordato – mette insieme fenomeni e problemi che non riguardano soltanto l’ambiente naturale, riguardano la nostra società, la nostra salute, sono un insieme di problemi e vengono messi insieme in modo quasi intersecante».

Il tema non ha solo valenza internazionale, come si potrebbe pensare, ma si traduce in situazioni concrete, molto vicine a quella che è l’esperienza quotidiana di tutti noi. Lo ha ribadito il parroco, Saul Tambini: «Siamo ricattabili, perché ad esempio nessuno vuole diminuire di un’ora il riscaldamento nei condomini. Per noi cristiani si chiama peccato – ha affermato – è un peccato sociale perché danneggia qualcuno».

Inquinare, non pensare alle risorse degli altri Paesi, sono problemi che coinvolgono l’intera società. Durante la conferenza è stato proiettato un video che ha accostato i problemi della Terra dei Fuochi alle iniziative civiche del quartiere. Cogliere l’interconnessione, hanno ribadito i relatori, è fondamentale. Per Cogliati Dezza, Laudato Si’ «va alla radice del problema e dice che chi non parla di ecologia integrale prende una strada sbagliata». La partecipazione sociale fa la differenza.

Secondo l’ex presidente di Legambiente,
l’Enciclica lancia un messaggio netto: «non è un documento politico, ha una sua specificità pastorale, però ha un suo effetto». Il mondo cattolico si sta muovendo: «La Chiesa – ha concluso Cogliati Dezza – invita a partecipare e ad essere consapevoli della posta in gioco. Se una persona cattolica crede in quello che è scritto nell’enciclica trarrà le sue conclusioni. Chiama alla coerenza, una questione fondamentale tra valori e azioni. Quando si parla di ecologia integrale si parla di economia, di società, ma anche di etica e di spiritualità».

11 aprile 2016