La Giornata del volontariato: «No vuota retorica ma reale supporto»
Forum terzo settore, CSVnet e Caritas italiana chiedono alla politica coerenza fra parole e azioni. Bergamo Capitale italiana del volontariato per il 2022
Una richiesta di serietà alle istituzioni italiane, perché vi sia coerenza fra il predicato e il praticato, cioè fra le parole spese a sostegno e a riconoscimento dell’azione svolta dal volontariato in ogni angolo del Paese e le azioni concrete che vengono essere poste in essere per sostenere coloro che vi si impegnano. La 36ª Giornata internazionale del volontariato è stata celebrata ieri, 5 dicembre, da Forum terzo settore, Csvnet e Caritas Italiana sull’onda della sorpresa per l’ennesima novità negativa uscita dai voti parlamentari: oltre alla stretta attualità c’è però molto di più, con una consapevolezza forte del ruolo giocato negli equilibri sociali del Paese e la voglia di impegnarsi ancora di più in vecchi e nuovi progetti. Con la novità del via all’esperienza della Capitale italiana del volontariato, che sarà assegnata ogni anno ad una città e alla sua provincia. Si inizia, nel 2022, con Bergamo.
«Il volontariato è una straordinaria energia civile che aiuta le comunità ad affrontare le sfide del tempo e le sue difficoltà. Rinsalda i legami tra le persone, è vicino a chi si trova nel bisogno, riduce i divari sociali, promuove l’accoglienza e la sostenibilità». Le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della Giornata, celebrata il 5 dicembre per volere delle Nazioni Unite: un giorno in cui – scrive il capo dello Stato – è possibile «esprimere il ringraziamento più sentito ai volontari che operano in ogni parte del pianeta» e «dare il giusto valore alle numerose testimonianze di umanità e di altruismo che migliorano la nostra vita, senza le quali istituzioni e ordinamenti non sarebbero in grado di garantire appieno i principi cui si ispirano». Nelle parole di Mattarella, «abbiamo avuto ulteriore prova dell’importanza e del coraggio dei volontari e delle loro associazioni nell’emergenza provocata dalla pandemia: i volontari sono stati in prima fila, accanto a medici e infermieri, nel prestare cura ai malati, nel sostenere chi è rimasto solo, nel costruire connessioni laddove tanti rischiavano di venire esclusi. Il rispetto dei diritti e delle libertà della persona, nella solidarietà, è il patrimonio più prezioso che dobbiamo trasferire alle nuove generazioni: e a questo patrimonio i volontari contribuiscono con passione e ideali, con la forza della loro testimonianza». Le istituzioni – locali, nazionali, internazionali – hanno nei volontari e nelle loro associazioni «alleati importanti nell’affrontare i cambiamenti che si rendono necessari per costruire una società migliore».
La 36ª Giornata internazionale è stata celebrata a Roma con un’iniziativa (intitolata “Volontari ora per un futuro condiviso. Dall’emergenza alle sfide per la ripresa”) organizzata congiuntamente da Forum nazionale del terzo settore, da CSVnet e da Caritas italiana. «C’è una forbice chiara – ha affermato la portavoce del Forum terzo settore Vanessa Pallucchi – fra il riconoscimento retorico del ruolo del volontariato e il reale supporto che si dà perché il volontariato e il terzo settore spicchino il volo: noi abbiamo il compito di agire per colmare questa forbice, per capire come avvicinare la consapevolezza dell’importanza ad una reale praticabilità. Tessere reti sociali all’interno dei territori e costruire valore e capitale sociale è un pezzo del cambiamento del modello di sviluppo che abbiamo come obiettivo e che le stesse Nazioni Unite hanno posto a tema della Giornata 2021 del volontariato».
Spazio inevitabilmente anche alla stretta attualità politica e normativa: «A proposito di rapporto con le istituzioni, siamo molto sorpresi – ha affermato Pallucchi – di fronte alla decisione del Parlamento che, prevedendo di assoggettare a regime Iva tutte le associazioni, di fatto obbliga alla Partita Iva la Pro Loco, il gruppo scout o chi fa il doposcuola nei quartieri e nelle periferie difficili del Paese o nelle aree più marginali (proprio laddove è più difficile costruire tessuto e capitale sociale): è un vero sovvertimento di come dovrebbe funzionare il modello di paese che intendiamo far ripartire ma che non ripartirà certo penalizzando chi in maniera gratuita fa un lavoro di ricostruzione del tessuto sociale accorciando la distanza fra i bisogni delle persone e le opportunità e i servizi. Abbiamo bisogno di lavorare con il pubblico – dice la portavoce del Forum – ma occorre rompere la retorica e uno schema politico che vede il volontariato penalizzato. E, nell’immediato, scongiurare l’effettiva approvazione finale di quella norma».
Nella Giornata del volontariato, il messaggio della presidente di CSVnet, Chiara Tommasini, ha voluto sottolineare alcuni aspetti ricordando con tutti volontari in modo particolare donne, giovani, anziani, persone con disabilità, reti associative, centri servizio, istituzioni: «Penso – ha detto – alle donne volontarie che fanno i salti mortali per conciliare vita familiare, lavoro e passioni, e che tanto hanno dato alla società: a loro un augurio di poter riuscire ad abbattere le barriere a volta invisibili della differenza di genere; penso ai giovani volontari, che non si girano dall’altra parte ma con coraggio escono fuori portando innovazione, idee ed energie nuove: a loro augurio di continuare ad impegnarsi e realizzare i loro sogni di vita e di lavoro sentendosi sempre di più parte attiva delle comunità in cui vivono; penso – ha continuato – ai volontari non più giovani d’età che donano oltre al loro tempo anche l’esperienza e le loro competenze: a loro l’augurio di poter continuare a dare il loro contributo trasmettendo a tutti i giovani i loro saperi e ricevendone idee ed entusiasmo; penso alle persone con disabilità che fanno volontariato, che hanno già abbattuto le loro barriere e sono una risorsa straordinaria per costruire una società priva di barriere di ogni tipo: a loro l’augurio di non arrendersi e di continuare a mettere a disposizione le loro tante sensibilità per le grandi cause in cui credono; penso a tutte quelle persone attive nelle piccole associazioni e nei piccoli gruppi anche informali che animano e fanno vivere le nostre comunità, che curano e rigenerano i beni comuni: senza di loro in tante parti d’Italia non si sarebbe retto in tutti questi mesi. L’augurio per loro è di continuare ad essere creativi e generativi». E ancora: «Penso alle reti associative grandi e piccole, portatrici di passioni e di messaggi comuni: l’augurio per tutte le persone che le animano è di non perdere la sintonia con i territori e di mantenere una visione sistemica grazie alla quale sono possibili i grandi cambiamenti sociali. Penso ai centri di servizio per il volontariato, ai loro dirigenti e operatori, che in oltre 20 anni di attività non hanno mai smesso di sostenere, supportare, promuovere e far sviluppare il volontariato: a loro l’augurio che possano essere sempre più portatori di una visione e interpreti competenti e coraggiosi del ruolo chiave che il codice del terzo settore ha affidato loro. E un augurio – infine – va anche a tutte le istituzioni, locali, nazionali e internazionali, che hanno nei volontari e nelle loro associazioni alleati importanti per affrontare i cambiamenti che si rendono necessari per costruire una società migliore: se siamo alleati, con senso di coerenza e responsabilità a tutte le istituzioni complessivamente considerate chiediamo coerenza fra il predicato e il praticato».
Sul tema del regime Iva per le associazioni poi ha rilevato che «non possiamo sempre essere quelli che rincorrono emendamenti, bozze e norme perché chiaramente tutto questo ci porta via energie e tempo. E di sfide ne abbiamo davvero tante davanti». Due su tutte. La prima, ha affermato, riguarda direttamente i Csv, «chiamati alla sfida di una programmazione condivisa e sistemica che possa far consolidare ed evolvere un sistema che ha concluso una delicata fase di transizione ed è pronto a far crescere il volontariato». La seconda sfida, invece, è quella che rende operativo il progetto di assegnare ogni anno ad una città e alla sua provincia il ruolo di Capitale italiana del volontariato, occasione per «dare visibilità e slancio al mondo del volontariato italiano e renderlo protagonista del cambiamento». Ebbene, ha annunciato Tommasini, «la prima Capitale italiana del volontariato sarà Bergamo, città simbolo della pandemia, che nel 2022 assumerà un ruolo che poi anno dopo anno vedrà altre città diventare il cuore pulsante di un sistema nazionale che è un patrimonio per il nostro Paese e per l’intera umanità».
Don Andrea La Regina, di Caritas italiana, ha voluto sottolineare la necessità di non cadere in alcune trappole: «La retorica del riconoscimento dell’attività non può esimere noi – ha affermato – dal percepire che la cosa più importante è il capitale umano sociale e i valori di ispirazione dai quali si genera il nostro impegno». La Regina ha ricordato l’importanza di non cadere in un ruolo di mera supplenza delle istituzioni pubbliche o di assistenzialismo, e sottolineato come il volontariato non debba essere percepito semplicemente come uno strumento di beneficenza che risponde ai bisogni delle persone con la concretezza e l’immediatezza della solidarietà ma come un impegno volto a rafforzare relazioni e ad aumentare la coesione sociale.
La Giornata, moderata da Stefano Arduini (Vita) ha visto anche gli interventi di Luca Gori dell’Università S. Anna di Pisa, di Linda Laura Sabbadini di Istat, di Gregorio Arena di Labsus, dell’economista Leonardo Becchetti e di alcuni volontari che hanno portato la loro esperienza e testimonianza sui temi chiave della sostenibilità, dei beni comuni e della povertà. (Stefano Caredda)
6 dicembre 2021