La Giornata del fiocchetto lilla, contro i disturbi alimentari

Il 15 marzo l’ottava edizione. Mendolicchio (Villa Miralago): «Occasione per riflettere sull’aspetto psico-sociologico». A Palazzo Valentini la mostra con le foto del calendario ecumenico della onlus Donnadonna

I disturbi del comportamento alimentare sono una vera emergenza per il Sistema sanitario: ne soffrono 70 milioni di persone in tutto il mondo, oltre 4 milioni in Italia, e tra gli adolescenti rappresentano la prima causa di morte per malattia dopo il suicidio e gli incidenti stradali. Se la cura è possibile, la prevenzione è fondamentale: allo scopo di sensibilizzare sul tema è stata istituita la Giornata nazionale del fiocchetto lilla, giunta all’ottava edizione, che verrà celebrata anche quest’anno il 15 marzo. «È un’occasione importante per destare l’attenzione specialmente sul problema delle risorse economiche, non ancora adeguate, investite per la prevenzione e la cura di queste patologie – spiega Luca Mendolicchio, psichiatra e direttore sanitario di Villa Miralago (Varese), il più grande centro italiano per la cura dei disturbi alimentari -, ma anche per innescare una riflessione profonda sull’aspetto psico-sociologico che è alla base di questo problema: la preoccupazione eccessiva per l’immagine e l’apparenza – prosegue – conduce alla ricerca di un modello di perfezione che manda in corto circuito soprattutto i più giovani mentre è la solitudine affettiva che determina un rapporto disfunzionale con il cibo tra gli adulti».

In particolare, Mendolicchio nel suo ultimo libro “Prima di aprire bocca”, edito da Guerini e associati, a partire dall’analisi di casi clinici pone l’attenzione sul «dolore e il senso di impotenza dei genitori che si trovano a fronteggiare questa sfida con i propri figli, malati non solo di anoressia e bulimia ma anche di nuove forme di non accettazione di sé quali vigoressia e ortoressia », laddove l’eccesso di pratica sportiva e il controllo ossessivo della qualità del cibo «sono espressione di un disagio contemporaneo: nell’epoca dei social-media il corpo risulta essere l’unico strumento di comunicazione mentre il rapporto distorto con il cibo denuncia un bisogno di dipendenza e appartenenza, oltre che un grande senso di vuoto e solitudine».

Per Nadia Accetti, fondatrice della onlus “DonnaDonna”, nata nel 2009 dalla sua personale esperienza di malattia proprio con lo scopo di informare e sensibilizzare sui disturbi dell’alimentazione, «queste patologie sono un cancro dell’anima e hanno quindi bisogno anche di una cura per l’anima perché chi ne soffre ha primariamente fame di amore, di vita e di verità». Tra i progetti dell’associazione, la produzione di un calendario «ecumenico e interreligioso per il quale – racconta – hanno posato appunto donne e uomini di diverse culture e religioni, impegnati in ambiti professionali disparati ma tutti uniti per la salute e la lotta agli stereotipi». Le foto – opera di Salvatore Arnone – danno vita a una mostra presentata nei giorni scorsi alla stampa, che sarà visitabile fino al 18 marzo a Palazzo Valentini (via IV Novembre). «Ci sono i volti di soldatesse dell’esercito, dell’aeronautica e della marina militare, di sportive e di donne impegnate nell’associazionismo e poi quelli delle consacrate che portano il loro sorriso – conclude – ma anche il loro impegno nella preghiera per la sofferenza che queste dipendenze dal cibo procurano».

12 marzo 2019