La Giornata dei poveri nel segno della speranza

Domenica 17 novembre la Messa con il Papa, quindi il pranzo in Aula Paolo VI. L'arcivescovo Fischella: «La prima discriminazione è quella spirituale. Importante portare fiducia»

“La speranza dei poveri non sarà mai delusa”. È il motto scelto per la terza Giornata mondiale dei poveri che la Chiesa celebrerà il 17 novembre. Come sempre l’organizzazione è affidata al Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione e al suo presidente, l’arcivescovo Rino Fisichella.

Eccellenza, quale può e deve essere il ruolo dei comuni fedeli cristiani per combattere la povertà?
Papa Francesco ci ricorda che la prima discriminazione che i poveri soffrono e subiscono è quella spirituale. Dobbiamo essere capaci di portare innanzitutto una presenza che dia loro speranza. Tante volte le persone hanno bisogno di essere ascoltate prima ancora di altre necessità: accorgersi che esistono. In un contesto di indifferenza globalizzata credo che questa sia la prima cosa di cui hanno bisogno.

Il motto della Giornata sembra un richiamo forte alle responsabilità della politica.
Più aumenta la ricchezza nel mondo, più constatiamo, come ci dice il Papa nel suo messaggio, la crescita della povertà. Significa che ci sono politiche che non permettono di vedere realizzata un’uguaglianza sociale. Bisogna compiere tutti gli sforzi per dare dignità alle persone e questo lo si fa anzitutto con il lavoro, prendendo in seria considerazione la politica familiare, attraverso la promozione sociale e le varie politiche sociali da mettere in atto. Con molta probabilità, però, serve più lungimiranza davanti al crescere della povertà e servono maggiori risorse da indirizzare alla politica sociale. Su questo gli Stati sono portati a riflettere e a creare condizioni che possano corrispondere alle esigenze dei cittadini. Poi laddove ciò non avviene c’è l’azione suppletiva svolta dalla Chiesa e da tante realtà di generosità.

Quando pensiamo ai poveri ci vengono subito in mente i senza tetto. Eppure ci sono nuove povertà, come quella dei giovani che non hanno un lavoro stabile.
Il Papa, nel suo messaggio, tra le forme di povertà ricorda anche quella dei giovani che sono alla ricerca di una realizzazione professionale e non trovano riscontro, perché molto spesso ci sono politiche miopi che impediscono l’accesso al lavoro. Torniamo a un discorso antico, quello di progettare il tipo di società che si vuole. Ci troviamo davanti a un cambiamento culturale epocale, una svolta radicale. Proprio per questo è necessaria e urgente una riflessione in grado di portare a un progetto in cui mettere i giovani al primo posto. Attenzione: senza creare situazioni di discriminazione nei confronti delle persone più mature. Occorre una visione capace di inglobare le varie realtà sociali perché tutti possano crescere insieme.

Nel messaggio del Santo Padre si fa riferimento anche alle vittime della droga. Quale speranza offrire a chi si trova in condizioni di miseria interiore prima che materiale?
A Roma in questi giorni stiamo tutti vivendo una situazione di profondo dolore, di condivisione con le famiglie coinvolte in fatti drammatici che ci riportano ancora una volta a dover affrontare il tema della droga, di tutti i tipi di droghe. Siamo davanti a una grande sfida di formazione, attraverso la quale nella scuola, in famiglia e nelle nostre comunità dobbiamo imparare a far giungere un messaggio comprensibile e uniforme ai ragazzi. È nell’unità formativa che può essere fatta la prima grande lotta contro la droga. Dobbiamo avere il coraggio di dire che ogni tipo di droga uccide perché annienta la mente e la vita delle persone, soprattutto dei più giovani. Una vita da sballo non è la proposta che può essere fatta oggi a un giovane proprio nel momento in cui si sostiene l’esigenza di dare loro un futuro dignitoso. Certo, se creiamo condizioni di povertà, di vuoto culturale, affettivo e formativo, è ovvio che subentrano fenomeni che poi, illudendo, annichiliscono le persone.

Quali appuntamenti sono previsti per la Giornata oltre al concerto per i poveri offerto dal premio Oscar Piovani e dal maestro Frisina?
Questa intuizione del Santo Padre si sta estendendo e sta diventando un’autentica tradizione in tutto il mondo. Ricordo solo che in piazza San Pietro dal 10 al 17 novembre ci sarà il presidio medico, con la presenza di grandi specialisti, che dedicano tempo e professionalità ai poveri. Il Papa celebrerà domenica 17 a San Pietro la Messa per tutti noi e al termine ci sarà il tradizionale pranzo per 1.500 persone nell’Aula Paolo VI a cui si aggiungono altrettanti ospiti di Caritas, Sant’Egidio, Circolo San Pietro, San Vincenzo e tante altre realtà a cui va la nostra gratitudine perché ci accompagnano nell’attenzione quotidiana ai nostri poveri.

13 novembre 2019