La famiglia paolina in festa per don Alberione

La celebrazione solenne a Santa Maria Regina degli Apostoli con l’arcivescovo Josè Rodriguez Carballo. Tanti appuntamenti in Italia e all’estero

Cinque congregazioni religiose, quattro istituti secolari e un’associazione laicale. Sono le articolazioni della famiglia paolina che oggi, 26 novembre, è in festa per il fondatore, il beato Giacomo Alberione, l’«apostolo della comunicazione sociale». Alle 18.30 nella basilica parrocchiale di Santa Maria Regina degli Apostoli, in via Antonino Pio, è in programma la celebrazione solenne presieduta dall’arcivescovo Josè Rodriguez Carballo, segretario della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. A concelebrare, il Superiore generale della Società San Paolo don Valdir Josè de Castro e diversi sacerdoti paolini. Tante anche le celebrazioni nel resto d’Italia e all’estro, nelle comunità paoline.

«L’intercessione del nostro beato fondatore – si legge in una nota – confermi in ciascuno dei membri della famiglia paolina la gioia di vivere e annunciare Cristo Maestro Via e Verità e Vita». Il ricordo di don Alberione, beatificato da Giovanni Paolo II il 27 aprile 2003, è strettamente legato a quello di Paolo VI. Un rapporto di stima, il loro, consolidato durante il Concilio Vaticano II, al quale Alberione partecipò come uditore, vivendo la grande gioia della proclamazione del decreto Inter mirifica sugli strumenti della comunicazione sociale, il 4 dicembre 1963, che consacrava il suo apostolato, «dono alla Chiesa universale», spiegano dalla Società San Paolo.

È del 28 giugno 1969 l’udienza di Paolo VI a don Alberione, accompagnato dai partecipanti al secondo Capitolo generale e da una folta rappresentanza di Paolini e Paoline. «Eccolo umile, silenzioso, instancabile, raccolto nei suoi pensieri che corrono dalla preghiera all’opera, sempre intento a scrutare i segni dei tempi – il saluto del pontefice -. Il nostro don Alberione ha dato alla Chiesa nuovi strumenti per esprimersi, nuovi mezzi per dare vigore e ampiezza al suo apostolato. Lasci che il Papa, a nome di tutta la Chiesa, esprima la sua gratitudine». Queste le parole con cui lo accolse il Papa, che in quell’occasione conferì al fondatore della famiglia paolina la croce “Pro Ecclesia et Pontifice”.

Due anni dopo, il 26 novembre 1971, la morte di don Giacomo, le cui ultime ore furono confortate proprio dalla visita e dalla benedizione del Papa Paolo VI, che «non nascose mai la sua ammirazione e venerazione per il prete piemontese, apostolo della comunicazione sociale», è la conclusione della nota dei Paolini.

26 novembre 2019