La diocesi di Roma pellegrina a Lourdes, nell’ottica della “Chiesa in uscita”

Concluso il 31 agosto il tradizionale pellegrinaggio di inizio anno, guidato dai vescovi ausiliari. Ricciardi: «L’immagine del pellegrino quest’anno ha un valore speciale in occasione del Sinodo, che la Chiesa sta vivendo come un cammino condiviso». La testimonianza dei malati

Sono «felicemente ritornati» i 250 pellegrini che dal 27 al 31 agosto hanno vissuto l’esperienza del tradizionale pellegrinaggio diocesano al santuario mariano di Lourdes, promosso dalla diocesi di Roma e organizzato e curato dall’Opera romana pellegrinaggi. «Anche quest’anno questa esperienza, che apre il nuovo anno pastorale della Chiesa di Roma, è stata molto intensa – dice don Remo Chiavarini, amministratore delegato dell’Orp -. Tutto è andato bene e pure se si è sentita la mancanza del cardinale vicario, è stata l’occasione per i pellegrini per vivere la vicinanza dei vescovi ausiliari che hanno guidato il pellegrinaggio».

Al posto del cardinale Angelo De Donatis, impegnato a Roma per il Concistoro, sei i presuli che hanno infatti accompagnato i fedeli alla grotta di Massabielle, dal 1858 meta di pellegrinaggio cristiano a seguito delle apparizioni della Vergine alla pastorella Bernadette Soubirous. Tra loro, anche i tre nuovi vescovi ausiliari di Roma ordinati lo scorso 29 giugno: Baldassare Reina, Riccardo Lamba e Daniele Salera, che sottolinea come «è stato bello accogliere le indicazioni dell’animatore pastorale del santuario che ha invitato i pellegrini a vivere l’esperienza di Lourdes come un luogo dove parlare meno e ascoltare di più», mettendosi quindi in ascolto nella preghiera, senza che essa sia «soltanto una richiesta». Ancora, Salera fa riferimento al «tema pastorale scelto per quest’anno a Lourdes: “Andate a dire ai sacerdoti…”, che richiama le parole che Bernadette ricevette da Maria e che rimanda a un afflato missionario e a vivere l’esperienza del pellegrinaggio non solo fine a se stessa e per se stessi ma per portarne testimonianza agli altri», nell’ottica di quella «”Chiesa in uscita” che già il Concilio Vaticano II prevedeva e che Papa Francesco ha fatto propria nel suo pontificato».

I sei vescovi hanno animato le celebrazioni e in particolare Dario Gervasi, ausiliare per il settore Sud, ha guidato la processione eucaristica con la benedizione dei malati mentre Guerino Di Tora, già ausiliare del settore Nord, ha presieduto nella basilica del Santo Rosario la Messa dedicata alla memoria del cardinale Angelo Dell’Acqua, di cui ricorre il cinquantesimo anniversario della scomparsa. Vicario di Roma, morì nel 1972 proprio durante il pellegrinaggio diocesano a Lourdes. A lui è stata dedicata anche la successiva processione aux flambeaux. Al delegato per la pastorale sanitaria Paolo Ricciardi è stata invece affidata la Messa internazionale nella basilica sotterranea di San Pio X. «L’immagine del pellegrino – osserva il presule – quest’anno ha un valore speciale in occasione del Sinodo, che la Chiesa sta vivendo come cammino condiviso», nella convinzione che «il vero pellegrinaggio inizia a casa, vivendo da testimoni». Ancora, Ricciardi ricorda «l’emozione nel vedere tanti ammalati, che ci richiamano all’essenziale con il loro chiedere non tanto o non solo la guarigione ma la grazia di saper vivere la malattia del corpo così come quella del cuore», ricordando che «non siamo soli ma siamo figli, amati da un Padre misericordioso». Inoltre il vescovo sottolinea come il numero di pellegrini più contenuto rispetto agli altri anni, anche a motivo del post-Covid, abbia permesso «a noi pastori di incontrare le persone e di vivere davvero insieme questa esperienza»; quindi evidenzia che «il pellegrinaggio è stata l’occasione anche per noi vescovi per conoscere meglio i nuovi ordinati».

Per don Andrea Cola, rettore del Seminario minore, «il pellegrinaggio a Lourdes è sempre un’esperienza intensa e una bella possibilità per vivere del tempo alla presenza di Dio, sotto il manto di Maria». In particolare, all’inizio di un nuovo anno pastorale, «il pellegrinaggio diocesano in un luogo di pace e tranquillità come è Lourdes è un’occasione di ristoro spirituale sia per noi consacrati sia per i pellegrini laici, prima della ripresa delle attività pastorali e di quelle lavorative» ma è anche «un’opportunità importante per sentirci come diocesi un’unica realtà fraterna».

2 settembre 2022