1,5 miliardi. A tanto ammonta il danno creato all’agricoltura dagli eventi atmosferici estremi che si sono verificati nel 2018, moltiplicatisi «con la tendenza al surriscaldamento». Sono i dati diffusi da Coldiretti all’indomani delle rilevazioni di Cnr-Isac, dalle quali si evidenzia che l’anno appena trascorso è stato per l’Italia il più caldo dal 1800 ad oggi, con una anomalia di +1,58°gradi sopra la media del periodo di riferimento, dal 1971 al 2000.

«L’aumento medio delle temperature è accompagnato dall’eccezionalità degli eventi atmosferici che è ormai diventata la norma – si legge in una nota di Coldiretti – e si manifesta il rincorrersi di siccità e gelate, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense e il rapido passaggio dal maltempo al sole». Naturalmente, evidenziano dall’organizzazione, «l’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli». E proprio qui si evidenzia «una nuova sfida per le imprese agricole che – è la conclusione – devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio».

8 gennaio 2019