La Croce della Gmg ancora pellegrina tra le strade dell’Alessandrino

La Via Crucis promossa dalle parrocchie della prefettura XVI, con il simbolo consegnato da Giovanni Paolo II ai giovani del mondo. A guidarla, il vescovo Lamba

Le fiaccole, i canti dei giovani e la Croce dell’Anno Santo della Redenzione 1983-1984, che Papa Giovanni Paolo II donò ai ragazzi del mondo, hanno illuminato, venerdì 3 marzo, le strade buie del Quarticciolo con la Via Crucis promossa dalla XVI prefettura della diocesi di Roma e presieduta dal vescovo ausiliare del settore Est Riccardo Lamba. Il momento di preghiera è partito dalla parrocchia di San Francesco di Sales all’Alessandrino e, dopo aver percorso le vie del quartiere, si è concluso nella parrocchia dell’Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo, con l’adorazione della Croce animata dalla Comunità Shalom.

Il freddo e l’ora tarda non hanno scoraggiato i tanti fedeli delle dodici parrocchie della prefettura che hanno partecipato alla processione. Tante anche le persone che, attratte dai canti, si sono affacciate ai balconi e alle finestre unendosi alla preghiera. L’orazione iniziale recitata dal vescovo Lamba era tratta dalle meditazioni scritte dall’allora cardinale Joseph Ratzinger, poi Benedetto XVI, per la Via Crucis al Colosseo del 25 marzo 2005, Venerdì Santo, l’ultima di Giovanni Paolo II. Le meditazioni delle quattordici stazioni, invece, sono state preparate dalle consulte parrocchiali dei giovani, della carità e della famiglia, quest’ultima nata in occasione del X Incontro mondiale delle famiglie svoltosi a Roma dal 22 al 26 giugno scorso.

Durante il tragitto si è pregato per gli emarginati, affinché si diventi più attenti e partecipi delle loro sofferenze; per i poveri ai quali rivolgere la propria attenzione mettendo a tacere il desiderio di emergere e di possedere sempre più; per le famiglie, che a volte si sentono stanche e sole, sopraffatte dai tanti impegni quotidiani; per le persone che si sono allontanate dalla fede; per un mondo più giusto e in pace.

A ogni stazione si sono alternati gruppi di giovani che hanno portato in spalla la Croce della Gmg alta quattro metri, che il 22 aprile 1984, domenica di Pasqua, Papa Wojtyla donò ai giovani. Dopo aver viaggiato per tutto il mondo fino al 1996 è attualmente conservata nel Centro Internazionale Giovanile “San Lorenzo” a due passi da San Pietro. La Croce, infatti, in seguito a numerosi danneggiamenti è stata sostituita da una copia che ancora oggi è pellegrina per le strade del mondo. Il passaggio della Via Crucis tra i palazzi e le strade poco illuminate, per il vescovo Lamba, ricorda «l’esperienza che fece Gesù che con la croce in spalla passò tra gli uomini e le donne del suo tempo. Chi  ha fatto l’esperienza del pellegrinaggio in Terra Santa sa che la Via Crucis si svolge tra la folla, tra persone di diverse confessioni, di tradizione islamica, ebraica, cristiana. Il senso è proprio questo: andare in mezzo alla gente». Per il prelato è stato «molto bello vedere tanti giovani. Quando vivono esperienze forti di questo tipo vanno in profondità nella fede. Non è facile coinvolgerli – ha aggiunto – però se vedono autenticità si avvicinano. Hanno bisogno di testimoni credibili. Hanno bisogno del loro tempo perché ormai ci si fida raramente degli altri. La fiducia è una cosa seria, bisogna conquistarsela».

Il prefetto della XVI prefettura don Stefano Cascio, parroco di San Bonaventura da Bagnoregio, ricorda che lo scorso anno nel quartiere fu organizzata una Via Crucis contro la tratta, promossa dalla diocesi di Roma con l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. «Continuiamo questa tradizione in un quartiere di periferia spesso vittima della criminalità – ha detto -. Sfidiamo un “coprifuoco” imposto alla popolazione dal buio materiale, perché la zona è scarsamente illuminata, e dalle tenebre della malavita che agisce nel quartiere. Gesù illumina il nostro buio. Vogliamo pregare perché le comunità siano animate dalla passione per Cristo e lo annuncino in queste vie buie».

6 marzo 2023