La crisi di coppia nel nuovo film di Leo

“Lasciarsi un giorno a Roma”, in programmazione su Sky, è, a detta del regista, una «commedia non romantica»

Due coppie oggi. Da una parte Tommaso e Zoe: dopo dieci anni di convivenza affrontano un momento di crisi. Dall’altra Elena e Umberto, sposati con un figlio: vivono crescenti difficoltà perché lei è il sindaco di Roma e lui è vicepreside ma fa in pratica l’uomo di casa… Nato a Roma nel 1972, Edoardo Leo è uno dei nomi più significativi tra quelli emersi nello spettacolo italiano in questo terzo Millennio.

Comincia come attore di teatro (sotto la direzione di Gigi Proietti), è in televisione (nel serial “Un medico in famiglia”), infine esordisce come regista di cinema nel 2010 in Diciotto anni dopo, storia di un inatteso, difficile incontro tra fratelli, che si ricorda perché ultimo film interpretato dal grande Gabriele Ferzetti. Dopo quell’opera prima, Leo ha diretto altri tre titoli, alternando interpretazioni e regie, fino a questo di oggi, quinto e per ora ultimo, Lasciarsi un giorno a Roma, film realizzato in un momento di indubbia difficoltà per l’uscita in sala e non a caso visibile in programmazione su Sky.

«Commedia non romantica – la definisce Leo, anche coautore della sceneggiatura – perché affrontare la difficile gestione dei sentimenti non è semplice». Per rendere le cose ancora più complicate Leo le raddoppia, e le due coppie, mentre vivono percorsi distinti, attraversano gli stessi inciampi affettivi. Anzi, i due “lui” (Tommaso/ Edoardo Leo e Umberto/Stefano Fresi) interagiscono con maggiore frequenza e amicizia, cercando di scambiarsi aiuto, consigli, suggerimenti. Elena (Claudia Gerini) è sindaco di Roma e la carica porta inevitabili litigi con non pochi ribaltamenti e forse una positiva conclusione. Nell’altra coppia Tommaso si confronta con Zoe (Marta Nieto), una manager in carriera in procinto di andare all’estero.

Nonostante i differenti risvolti, quello del rapporto uomo/donna non è il tema portante della vicenda. Più determinati sono, nel racconto, i battiti del cuore, quella perenne indecisione che impedisce soprattutto a Tommaso e Zoe di lasciarsi andare, di sentirsi liberi e sereni.

Prevale l’insicurezza dei sentimenti, la mancanza di coraggio nel dire o nel tacere, che li fa a lungo restare ingabbiati dietro la maschera di una anonima posta del cuore. Sono momenti nei quali è difficile trovare la parola giusta da comunicare all’altro/a. Non resta che affidarsi alla muta bellezza di Roma, agli spazi, agli inafferrabili silenzi dei lungotevere.

Perché a Roma ci si prende ma anche talvolta, ci si lascia. Magari sotto un diluvio purificatore. Edoardo Leo ha giustamente parlato di “commedia non romantica”: nel terzo millennio una storia d’amore forse non provoca più amare lacrime, ma una separazione non è mai indolore. Forse si può fare finta di niente, forse anche essere prima cittadina della capitale può diventare un ostacolo da superare. Che l’amore sia alla fine più forte della politica?

26 gennaio 2022