La crisi del Libano sulle spalle dei bambini

L’indagine Unicef: il 77% delle famiglie non ha abbastanza cibo e il 15% ha interrotto l’istruzione dei figli. Un piccolo su 10 è stato mandato a lavorare

Nella giornata di riflessione e preghiera per il Libano voluta da Papa Francesco ieri, 1° luglio, è stata pubblicata anche un’indagine dell’Unicef dedicata al Paese dei Cedri. Obiettivo puntato, naturalmente, sui bambini, che, stando ai dati della ricerca, stanno portando sulle spalle il peso di uno dei peggiori collassi economici del mondo. Lo dimostrano i numeri: nell’ultimo mese oltre 30 bambini su 100 sono andati a letto affamati e hanno saltato i pasti. Il 77% per cento delle famiglie non ha abbastanza cibo o abbastanza denaro per comprare cibo e la percentuale sale al 99% tra le famiglie di rifugiati siriani. Il 60% delle famiglie deve comprare cibo a credito o prendere in prestito denaro.

Ancora, il 30% dei bambini non sta ricevendo l’assistenza sanitaria di base di cui ha bisogno mentre il 76% delle famiglie ha dichiarato di essere stato colpito dal massiccio aumento dei prezzi dei farmaci. Un bambino su 10 è stato mandato a lavorare. Oltre a questo si calcola che il 40% dei bambini proviene da famiglie in cui nessuno ha un lavoro e il 77% da famiglie che non ricevono alcuna assistenza sociale. Il 15% delle famiglie ha interrotto l’istruzione dei propri figli e l’80% delle persone che si occupano dei bambini ha dichiarato che questi hanno difficoltà a concentrarsi sugli studi a casa, il che potrebbe indicare fame o stress mentale.

Poche le risorse disponibili per i bambini e praticamente azzerato l’accesso al sostegno sociale. Per Yukie Mokuo, rappresentante Unicef in Libano, «senza alcun miglioramento in vista, in Libano più bambini che mai vanno a letto affamati. La salute dei bambini, l’istruzione e il loro stesso futuro sono colpiti mentre i prezzi salgono alle stelle e la disoccupazione continua a crescere – prosegue -. Sempre più famiglie sono costrette a ricorrere a misure di adattamento negative, tra cui mandare i figli a lavorare, spesso in condizioni pericolose, far sposare le loro giovani figlie o vendere i propri averi. La Banca mondiale ha descritto ciò che sta accadendo in Libano come forse uno dei tre principali crolli economici visti dalla metà del XIX secolo. Ciò che l’indagine dell’Unicef mostra – conclude – è che i bambini stanno sopportando il peso maggiore della catastrofe». Di qui l’appello dell’Unicef alle autorità nazionali «per attuare un forte ampliamento delle misure di protezione sociale, per garantire l’accesso a un’istruzione di qualità per ogni bambino e per rafforzare sia i servizi sanitari di base che quelli di protezione dell’infanzia. Il benessere e la salvaguardia dei bambini devono essere una priorità assoluta per garantire il rispetto dei loro diritti in qualsiasi circostanza».

2 luglio 2021