La Corte Costituzionale incontra gli studenti

Ripartito dall’istituto Galilei, all’Esquilino, l’itinerario dei 15 giudici nelle scuole superiori, nei 75° anni della Costituzione. La presidente Sciarra e il ministro Valditara a colloquio con gli studenti su fine vita, intelligenza artificiale e non solo

Qual è il ruolo della Corte Costituzionale nella società? Di cosa si occupa il quinto organo costituzionale della Repubblica? Cosa stabilisce e quanto le sue decisioni incidono sulla vita dei cittadini? Nel 75° anniversario della Costituzione, e dopo lo stop imposto dalla pandemia, i 15 giudici della Corte tornano in classe e rispondono alle domande degli studenti in occasione di “Viaggio in Italia”, iniziativa partita ieri mattina, mercoledì 27 settembre, dall’istituto tecnico industriale “Galileo Galilei”, all’Esquilino. Visto il successo riscosso nell’ultimo quinquennio, nei prossimi due anni gli incontri nelle scuole secondarie di secondo grado si susseguiranno in tutte le regioni grazie alla nuova Carta di intenti tra la Corte costituzionale e il ministero dell’Istruzione e del Merito.

Accolti dalla dirigente scolastica Elisabetta Giustini, i giudici hanno prima visitato i locali della scuola. Nell’aula Magna la presidente della Corte costituzionale Silvana Sciarra ha colloquiato con gli studenti delle quinte classi parlando loro di “Generazioni presenti e future. La Corte costituzionale e i diritti” e rispondendo alle tante curiosità dei ragazzi su temi di stretta attualità, quali il fine vita o l’intelligenza artificiale. Per quanto riguarda il primo quesito, ha affermato che non dimenticherà mai le camere di consiglio che hanno preceduto la sentenza. «La Corte ha molto riflettuto su quella decisione – ha detto – cercando anche di informarsi sulle tecniche mediche che accompagnano i soggetti in gravi difficoltà tenuti in vita dalle macchine, tecniche mediche già esistenti, e si è basata su conoscenze tecniche che ha acquisito con attenzione studiando e leggendo diversi documenti, ascoltando voci di professionisti. È un tema molto delicato e la Corte lo ha affrontato in modo innovativo. Credo che le nostre coscienze siano state fortemente sollecitate al punto dal farci riflettere sul senso del nostro lavoro».

Sull’intelligenza artificiale si è invece soffermato il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara, secondo il quale «per gestire la più grande innovazione tecnologica» dai tempi dell’invenzione della macchina a vapore è necessario «ragionare con grande realismo e intelligenza umana. Dobbiamo fare attenzione a non avere pregiudizi sull’intelligenza artificiale – ha sottolineato – ma riuscire a trarre il meglio da questa quarta rivoluzione industriale», iniziando con il formare nuove professionalità. Anche per questo ha voluto inserire nel nostro percorso educativo la figura del tutor. «È sempre più urgente modellare la formazione sui talenti e sulle abilità dei singoli studenti». Parlando di “Viaggi in Italia”, Valditara ritiene necessario in questo momento storico «far conoscere i valori della nostra Costituzione per creare una cittadinanza attiva, matura e responsabile». Si è detto inoltre convinto che la scuola «debba essere qualificata come costituzionale», in quanto va messo al centro lo studente.

Tra i temi toccati durante la mattinata anche quello del lavoro dignitoso e della parità fra uomo e donna. Citando gli articoli 35 e 4 della Costituzione, Sciarra ha ricordato che è compito dello Stato essere «attento ai bisogni delle persone, tanto di quelle che cercano un lavoro perché non l’hanno mai avuto o l’hanno perso quanto di quelle che vogliono cambiare per avere nuovi o  più ampi obiettivi professionali». In questo senso, compito della scuola è quello di «sollecitare le inclinazioni degli studenti per avviarli a percorsi di lavoro corrispondenti alla formazione ricevuta». La presidente della Corte Costituzionale ha poi dovuto riconoscere come la disparità salariale fra uomo e donna sia evidente anche in Italia nonostante la parità di trattamento sia un obiettivo citato nell’articolo 37 e in una norma del trattato di Roma del 1957. Si auspica una svolta con la recente proposta di Direttiva europea perché «una disparità nel trattamento salariale delle donne non è più tollerabile» ha concluso.

28 settembre 2023