La Colletta del Venerdì Santo, «per essere uno con i fratelli del Medio Oriente»

Indirizzata a tutti i vescovi del mondo la lettera del prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali Leonardo Sandri, in vista della celebrazione in cui tutta la Chiesa raccoglie offerte per la Terra Santa

«Un’occasione propizia per essere uno con i nostri fratelli della Terra Santa e del Medio Oriente». In vista della celebrazione del Venerdì Santo, nella quale la Chiesa universale raccoglie offerte per la Terra Santa, il prefetto della Congregazione per le Chiese orientali Leonardo Sandri e l’arcivescovo segretario Cyril Vasil scrivono a tutti i vescovi del mondo, invitandoli, come ogni anno, a riscoprire il senso profondo della “Collecta pro Terra Sancta”. Segno concreto di solidarietà con quei territori «da dove, purtroppo, il grido di migliaia di persone che sono prive di tutto, talvolta persino della propria dignità di uomini, continua a giungerci, spezzando i nostri cuori, e invitandoci ad abbracciarli con carità cristiana, fonte sicura di speranza. Senza lo spirito di Cristo – si legge nel testo – il grido del fratello rimane inascoltato e i volti di migliaia di persone meno fortunate restano inosservati».

Il cardinale Sandri rimarca che «edificare la Chiesa di Terra Santa, nei suoi edifici di culto e nelle sue pietre vive, che sono i fedeli cristiani, è responsabilità di tutte le Chiese particolari della cristianità, consapevoli che la fede cristiana ha avuto il suo primo centro propulsore nella Chiesa Madre di Gerusalemme». E ricorda quindi «la speciale vocazione di vivere la fede in un contesto multi-religioso, politico, sociale e culturale» della comunità cattolica di Terra Santa, formata dalla «diocesi patriarcale di Gerusalemme, dalla Custodia francescana e dalle altre Circoscrizioni, come quelle orientali – greco-melchita, copta, maronita, sira, caldea, armena – con le famiglie religiose e gli organismi di ogni genere». Comunità nelle quali «nonostante le sfide e insicurezze, le parrocchie proseguono il loro servizio pastorale con attenzione preferenziale per i poveri; le scuole, luoghi di incontro tra cristiani e musulmani, preparano insieme, lo speriamo contro ogni speranza, un futuro di rispetto e di collaborazione; gli ospedali e gli ambulatori, gli ospizi e i centri di ritrovo continuano ad accogliere sofferenti e bisognosi, profughi e rifugiati, persone di ogni età e religione colpite dall’orrore della guerra» .

Nelle parole del cardinale Sandri anche l’invito a «non dimenticare le migliaia di famiglie, tra cui bambini e giovani, scappati dalla violenza della guerra in Siria e Iraq, molti dei quali in età scolare, che si appellano alla nostra generosità per riprendere la vita scolastica e così poter sognare un futuro migliore». In particolare, il prefetto della Congregazione per le Chiesa orientali ricorda «la piccola comunità cristiana del Medio Oriente che continua a sostenere la fede tra gli sfollati in Iraq e Siria, o tra i rifugiati in Giordania e Libano assistiti dai loro pastori, religiosi e volontari dei vari Paesi. I volti di queste persone – riflette – ci interrogano sul senso di essere cristiani, le loro vite provate ci ispirano. Dimostriamo loro la nostra vicinanza, concretizzata attraverso la nostra costante preghiera e mediante un aiuto economico, in particolare dopo la liberazione della Piana di Ninive. Molti cristiani iracheni e anche siriani vogliono ritornare alla propria terra dove le loro case sono state distrutte; con scuole, ospedali e chiese devastati. Non lasciamoli soli».

Da ultimo, un appello per la ripresa dei pellegrinaggi in Terra Santa, «perché – si legge nella lettera – la conoscenza e l’esperienza vissuta nei luoghi della nostra redenzione camminando sulle orme di Gesù, Maria, Giuseppe e i discepoli, aiuta ad approfondire la nostra fede e anche a capire il contesto in cui vivono i cristiani di Terra Santa. I pellegrinaggi costituiscono, inoltre, un notevole sostegno di sopravvivenza per migliaia di famiglie».

13 marzo 2018