“La Civiltà Cattolica” compie 170 anni
Messaggio del Papa: «Continuate a vivere la dinamica tra vita e pensiero con occhi che ascoltano, sapendo che la “civiltà cattolica” è quella del buon samaritano»
In occasione dei centosettanta anni dalla fondazione della rivista “La Civiltà cattolica” (1850- 2020), curata dai padri Gesuiti, il Papa ha inviato al direttore padre Antonio Spadaro un messaggio scritto di suo pugno, che comparirà sulla copertina del primo fascicolo del 2020, che porta la data 4-18 gennaio.
«170 anni fa il beato Pio IX chiese alla Compagnia di Gesù di fondare “La Civiltà Cattolica” – scrive il Papa -. Da allora essa accompagna fedelmente il Papa. Grazie per l’aiuto che offrite anche a me. Continuate a vivere la dinamica tra vita e pensiero con occhi che ascoltano, sapendo che la “civiltà cattolica” è quella del buon samaritano».
Ai padri Gesuiti redattori della rivista Francesco augura «di essere creativi in Dio esplorando nuove strade, anche grazie al nuovo respiro internazionale che anima la rivista: si sentono salire dalle pagine le voci di tante frontiere che si ascoltano. Fate discernimento sui linguaggi, combattete l’odio, la meschinità e il pregiudizio».
In questi 170 anni, si legge nell’articolo che apre il primo numero del nuovo anno, «La Civiltà Cattolica ha seguìto la storia della Chiesa, dell’Italia e del mondo. Ha attraversato le due guerre mondiali, il Concilio Vaticano II, e visto la conclusione di 11 pontificati. Sfogliare la raccolta dei suoi 4.069 fascicoli pubblicati fino ad oggi significa percorrere la storia contemporanea entrando nelle sue pieghe e nelle sue ragioni. Per questo – è scritto ancora nel testo – nel 2018 abbiamo fondato una collana dal titolo “Accènti”, che oggi festeggia la pubblicazione del suo decimo volume. In essa raccogliamo la migliore riflessione che abbiamo prodotto in questi 170 anni a partire da un tema di forte attualità. Sappiamo che l’oggi non si comprende senza conoscerne le radici».
La rivista poi «è diventata una “rivista internazionale dei Gesuiti”. Oggi si dichiara tale, coordinando, in seconda di copertina, questa carta di identità con la presenza del motto originario – Beatus populus, cuius Dominus Deus eius – adesso collocato in una posizione nobile, vicina al logo».
7 gennaio 2020