La Chiesa pakistana ha il suo primo Servo di Dio

È il giovane Akash Bashir: nell’attentato di Lahore del 15 marzo 2015, per evitare una strage abbracciò un terrorista e si fece saltare in aria con lui

La notizia arriva riportata dall’Agenzia Fides: la Chiesa pakistana ha il suo primo Servo di Dio. Si tratta del giovane Akash Bashir, morto il 15 marzo 2015, nell’attentato alla chiesa di San Giovanni nel quartiere di Youhanabad, a Lahore: per evitare una strage, abbracciò il terrorista che aveva bloccato, facendosi saltare in aria con lui. Papa Francesco lo ha proclamato “Servo di Dio” il 31 gennaio scorso, ha reso noto ai fedeli l’arcivescovo Sebastian Shaw, alla guida dell’arcidiocesi di Lahore. «Lodiamo e ringraziamo Dio – le sue parole – per questo giovane coraggioso, che poteva fuggire o cercare di mettersi in salvo ma è rimasto saldo nella sua fede e non ha lasciato che l’attentatore suicida entrasse nella chiesa. Ha dato la vita per salvare più di mille persone presenti all’interno della chiesa per la Messa domenicale».

Akash Bashir, nato il 22 giugno 1994 a Risalpur, nella provincia pakistana di Nowshera Khyber Pakhtun Khwa, era uno studente del Don Bosco Technical Institute di Lahore ed era in servizio al cancello d’ingresso della chiesa il 15 marzo 2015, quando ha notato un uomo che voleva entrare con una cintura esplosiva sul corpo. Akash ha abbracciato l’uomo, bloccandolo e tenendolo fermo al cancello d’ingresso, facendo sì che il piano del terrorista, quello di fare strage all’interno della chiesa, fallisse. L’attentatore si è allora fatto esplodere e il giovane Akash Bashir è morto con lui. Le sue ultime parole sono state: «Morirò ma non lascerò tu entri».

Anche il presidente della Commissione episcopale per i giovani, il francescano Samson Shukardin, parla a Fides di «una grande benedizione, un onore e momento di gioia per la Chiesa cattolica in Pakistan, per la famiglia, per i parrocchiani e per il Centro Don Bosco dove Akash era studente. È stata la fede di questo giovane – aggiunge – a portarlo al martirio. Akash è rimasto fedele alla sua missione di proteggere le persone fino al suo ultimo respiro». Per Ayyaz Gulzar, coordinatore del movimento laicale cattolico “Jesus Youth Pakistan”, «Akash Bashir è un eroe, un esempio, il suo martirio è un modello affinché tutti siano obbedienti e fedeli al Vangelo».

Nei due attacchi suicidi dell’organizzazione Tehreek-e-Taliban Jamaatul Ahraar (TTP-JA) alle chiese di Youhanabad – quella cattolica di San Giovanni e quella evangelica di Cristo – il 15 marzo 2015 morirono 17 persone e 70 furono ferite. Negli anni successivi l’arcidiocesi di Lahore si è impegnata per sostenere tutte le famiglie cristiane che hanno perso i loro cari durante i due attacchi nel quartiere cristiano che conta più di 100mila fedeli.

3 febbraio 2022