La Chiesa nata a Pentecoste, «casa accogliente, perché tutti possano nutrirsi della bellezza di Dio»

L’omelia del Papa nella Messa presieduta dal cardinale decano Giovanni Battista Re, nella basilica di San Pietro. «Lo Spirito ci invita a camminare sulle vie antiche e sempre nuove della testimonianza, della povertà, della missione»

La Chiesa nata a Pentecoste viene ogni giorno guidata dallo Spirito Santo che le insegna il cammino da intraprendere, suggerisce «la necessità vitale di uscire, il bisogno fisiologico di annunciare, di non restare chiusa in se stessa, di non essere un gregge che rafforza il recinto ma un pascolo aperto, perché tutti possano nutrirsi della bellezza di Dio. Insegna a essere una casa accogliente senza mura divisorie». È il ritratto di una Chiesa ospitale verso tutti, quello delineato da Papa Francesco nell’omelia pronunciata ieri, 5 giugno, solennità di Pentecoste, durante la Messa presieduta dal cardinale decano Giovanni Battista Re. Bergoglio ha partecipato alla celebrazione nella basilica di San Pietro seduto accanto ai cardinali, recandosi dinanzi all’altare per l’omelia.

Il vescovo di Roma con esempi pratici ha contrapposto l’egocentrismo della mondanità all’altruismo, il desiderio di armonia e di unità dello Spirito Santo. Il primo, infatti, «preme perché ci concentriamo solo sui nostri problemi, sui nostri interessi, sul bisogno di apparire rilevanti, sulla difesa strenua delle nostre appartenenze nazionali e di gruppo – le parole di Francesco -. Lo Spirito Santo, invece, invita a dimenticarsi di se stessi, ad aprirsi a tutti. E così ringiovanisce la Chiesa, mentre noi cerchiamo di truccarla un po’. Ma questo non serve, perché la Chiesa non si programma e i progetti di ammodernamento non bastano. Lo Spirito ci libera dall’ossessione delle urgenze e ci invita a camminare su vie antiche e sempre nuove: quelle della testimonianza, della povertà, della missione, per liberarci da noi stessi e inviarci al mondo».

Invitando a mettersi «alla scuola dello Spirito Santo» per «camminare insieme, come Chiesa, docili a Lui e aperti al mondo», Francesco si è anche soffermato sull’importanza di saper discernere la voce del maligno da quella dello Spirito. Il maligno «alimenta l’insofferenza, il vittimismo, fa sentire il bisogno di piangersi addosso», atteggiamenti che portano a criticare il prossimo e a lamentarsi. «La lamentela – ha avvertito il Papa – è proprio il linguaggio dello spirito cattivo, è uno spirito da corteo funebre. Lo Spirito Santo, al contrario, invita a non perdere mai la fiducia e a ricominciare sempre, mettendosi in gioco per primi», portando quindi agli altri una testimonianza di gioia e di speranza e non di invidia per i successi altrui.

Bergoglio ha anche esortato a fuggire dalla tentazione di rimuginare sul passato e di soccombere alle ansie per il futuro, anche queste lusinghe del maligno. «Lo Spirito Santo è concreto, non è idealista – ha detto -. Ci vuole concentrati sul qui e ora, perché il posto dove stiamo e il tempo che viviamo sono i luoghi della grazia. Lo spirito del male, invece, vuole portarci con la testa altrove, spesso ci àncora ai rimpianti, alle nostalgie, a quello che la vita non ci ha dato. Oppure ci proietta nel futuro, alimentando timori, paure, illusioni, false speranze. Lo Spirito Santo ci porta ad amare qui e ora, in concreto: non un mondo ideale, una Chiesa ideale, non una congregazione religiosa ideale, ma quello che c’è, alla luce del sole, nella trasparenza, nella semplicità. Quanta differenza con il maligno che fomenta le cose dette alle spalle, i pettegolezzi, le chiacchiere. Il chiacchiericcio è un’abitudine brutta, che distrugge l’identità delle persone».

Infine, il Papa ha riflettuto su quanto accaduto agli apostoli la mattina di Pentecoste. Il rumore prodotto dallo Spirito che «come rombo riempì tutta la casa dove si trovavano» e la confusione di lingue diverse. «La cosa che è curiosa – ha detto a braccio Francesco – è che lo Spirito Santo è l’autore della divisione, anche del chiasso, di un certo disordine. Ma allo stesso modo, è l’autore dell’armonia. Divide con la varietà dei carismi, ma una divisione finta, perché la vera divisione si inserisce nell’armonia. Lui fa la divisione con i carismi e Lui fa l’armonia con tutta questa divisione, e questa è la ricchezza della Chiesa».

6 giugno 2022