La Chiesa latina di Gerusalemme vicina ai caldei di Baghdad
Il patriarca Pizzaballa condanna l’attacco «inaccettabile» contro il patriarca Sako, che il presidente Rashid vuole privare del ruolo di custode delle proprietà della Chiesa
Il patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa – che sarà creato cardinale nel Concistoro del prossimo 30 settembre – si schiera accanto al cardinale Louis Raphael Sako, patriarca caldeo di Baghdad, che nei prossimi giorni potrebbe lasciare la sua sede nella Capitale irachena per stabilirsi in una residenza a Erbil, nel Kurdistan iracheno. È l’ultimo atto di uno scontro scoppiato nelle settimane scorse tra il capo della minoranza cristiana in Iraq e il presidente della Repubblica Abdul Latif Rashid, che ha deciso di cancellare un decreto, il 147, emanato dal suo predecessore Jalal Talabani il 10 luglio 2013, che, riconoscendo la nomina pontificia del porporato a capo della Chiesa caldea «in Iraq e nel mondo», di fatto lo rendeva anche «responsabile e custode delle proprietà della Chiesa».
Per il patriarca caldeo, è un «attacco alla minoranza cristiana», una manovra politica «per mettere le mani sui beni ecclesiastici» da parte di Ryan al-Kildani, meglio noto come Ryan il Caldeo, capo delle Brigate Babilonia, milizie armate filo iraniane nate per combattere l’Isis, di stanza nella Piana di Ninive, e rappresentate in Parlamento da quattro deputati, sui cinque totali concessi alla minoranza cristiana.
«Seguo con preoccupazione gli avvenimenti in Iraq e le tristi vicende intorno alla Chiesa Caldea e alla Sua persona – scrivere Pizzaballa in un messaggio di solidarietà inviato al patriarca caldeo -. A Gerusalemme siamo sempre più stupiti da questi eventi che La vedono al centro di un attacco senza precedenti, che consideriamo ingiustificato e inaccettabile. Voglio esprimere a nome mio personale e a nome di tutte le Chiese di Gerusalemme, la nostra solidarietà e la nostra preghiera. Beatitudine, Lei non è sola. La vostra Chiesa non è sola. La abbracciamo e le auguriamo un veloce e felice ritorno a Baghdad, nella pace».
18 luglio 2023