La Chiesa di Roma, sulla strada della sinodalità
Alla Lateranense la mattinata di formazione per clero e laici, con il vicario Reina, il segretario speciale del Sinodo Battocchio e il rettore del Seminario Lombardo Antonelli
Quella di Roma è una Chiesa in cammino che pur riscontrando «delle fatiche» è pronta «a mettersi in gioco», desiderio presente «tanto nei sacerdoti quanto nei laici. Questo deve essere incoraggiato». Lo ha detto il cardinale vicario Baldo Reina al termine della mattinata di formazione per il clero e i laici di Roma svoltasi ieri, mercoledì 11 dicembre, nell’Aula magna della Pontificia Università Lateranense. “Per una Chiesa sinodale. Dal sinodo alla sinodalità” il tema della mattinata – aperta dal saluto del rettore l’arcivescovo Alfonso Amarante – che ha visto la partecipazione di numerosi sacerdoti, tra i quali il vicegerente Renato Tarantelli, i vescovi ausiliari, i direttori degli uffici del Vicariato.
A fare da guida alla riflessione è stato il Documento finale della seconda sessione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi approvato il 26 ottobre scorso, attualmente in stampa. Papa Francesco, come annunciato dal cardinale, lo donerà ai sacerdoti romani. Durante l’incontro, monsignor Riccardo Battocchio, segretario speciale del Sinodo, e don Mario Antonelli, rettore del Pontificio Seminario Lombardo a Roma e facilitatore durante l’assemblea sinodale, hanno approfondito i contenuti del testo, guidando i partecipanti in un’analisi dettagliata.
«Abbiamo bisogno di conoscere il testo per entrare nelle dinamiche che propone», le parole del vicario, che ha letto alcuni stralci di quanto disposto dal pontefice nella nota di accompagnamento del Documento finale del Sinodo diffusa il 25 novembre. Nei suoi 155 paragrafi «non c’è solo una visione di Chiesa – ha affermato Reina, che è anche gran cancelliere della Pul – ma delle scelte concrete che siamo chiamati ad accompagnare e a sostenere anche se non siamo ancora entrati pienamente in uno stile sinodale. Ci sono però delle attitudini che abbiamo già stimolato in maniera positiva».
Il riferimento è al lungo cammino di ascolto del territorio e delle varie realtà avviato in diocesi ben prima del sinodo sulla sinodalità. Tanto che il vicario ha sottolineato che «quando è arrivata la preparazione al Sinodo con la prima tappa dell’ascolto la nostra diocesi si è trovata pronta. Ora siamo invitati a rafforzare l’esercizio». Ha quindi ricordato «lo sforzo» fatto negli ultimi anni per l’istituzione del Consiglio pastorale parrocchiale. Ora si lavora a quello diocesano prima di passare ai Consigli pastorali di prefettura e dei singoli settori. «Bisogna saltare la rigidità dei ruoli – l’esortazione del vicario -, sapendo recepire la ricchezza che viene dagli altri, dando spazio alle voci di tutti». Sottolineando l’importanza «di momenti di studio, di confronto e di riflessione comunitaria» ha specificato che quella di ieri è stata la prima tappa di un cammino di formazione. La proposta è stata quella di organizzare incontri di prefettura «per recepire in maniera capillare i contenuti del Documento».
Il testo, ha specificato monsignor Battocchio, «non descrive la Chiesa oggi o i pii desideri, ma ciò che la Chiesa oggi è chiamata a essere. Ci dice che dobbiamo continuare a curare le relazioni con la comunità che ci è stata affidata. Tutto il Documento, specie nella seconda parte, traccia le linee per una conversione relazionale perché in tanti, negli anni di preparazione all’assemblea sinodale, hanno espresso il desiderio di una Chiesa più capace di tessere relazioni autentiche e significative. Se continuiamo a darci da fare per coltivare buone relazioni siamo sulla buona strada». Il Documento è «magistero ordinario», ha specificato don Antonelli, che ha fornito alcuni “esercizi di sinodalità”. In primo luogo ha suggerito di «uscire dalla rigida separazione dei ruoli andando oltre il chi insegna e il chi impara, il chi decide e il chi pratica». Altro esercizio è quello di consolidare «l’ascolto fraterno nelle differenze».
12 dicembre 2024