La Chiesa di Roma in festa per 11 “sì” a Cristo

Il 29 aprile alle 18 a San Giovanni in Laterano la Messa per le ordinazioni sacerdotali dei diaconi formati al Seminario Maggiore e al Redemptoris Mater, con il cardinale De Donatis. Nella mattinata l’ordinazione di un diacono permanente, al Divino Amore

Giordano Flavio Maria Barani, Francesco Barberio, Roberto Buattini, Simone Catana, Ciro Dell’Ova, Mario Losito, Antonio Panico, Vincenzo Perrone, Andrea Silvestri, Tumohiro Ugawa. Sono i dieci diaconi che sabato pomeriggio, 29 aprile, saranno ordinati sacerdoti per la diocesi di Roma. Mentre un diacono permanente, Paolo Verderame, riceverà l’ordinazione presbiterale nella mattinata dello stesso giorno, al Divino Amore. La celebrazione delle 18, nella basilica di San Giovanni in Laterano, sarà presieduta dal cardinale vicario Angelo De Donatis e trasmessa in diretta su Telepace e in streaming sulla pagina Facebook della diocesi di Roma. Tra i concelebranti ci saranno i rettori dei seminari nei quali si sono formati gli ordinandi, cioè il Pontificio Seminario Romano Maggiore e il Collegio diocesano Redemptoris Mater, e i parroci delle comunità nelle quali stanno prestando servizio. L’animazione sarà affidata al Coro della diocesi di Roma, diretto da monsignor Marco Frisina.

Storie diverse, dietro le loro vocazioni, ma la stessa voglia di impegnarsi e di mettersi al servizio degli altri. Francesco Barberio ha 27 anni, ha studiato al Maggiore ed è originario di Lamezia Terme. Nel suo passato il dolore legato alla morte della madre, ma anche la gioia dell’esperienza con gli scout dell’Agesci. «La mia è una famiglia numerosa – racconta -, sono il quinto di sette fratelli. Ho conosciuto la fede a casa, grazie all’esempio di mia madre, di mia nonna e di tutti gli altri. Ho vissuto un momento molto difficile a 13 anni, a motivo di un grave lutto in famiglia, che è stato anche un’esperienza di grande fede. Dopo questo lutto, mio padre e sua sorella hanno fondato l’Acmo, Associazione calabrese malati oncologici, per assistere chi è colpito da questo tipo di malattia nella nostra regione». Importante anche l’impegno «nello scoutismo – sottolinea l’aspirante sacerdote –, che mi ha insegnato a mettermi al servizio, a fare strada, a fare comunità».

Un passato da scout, ma nella Fse (Federazione Scout d’Europa) anche per Vincenzo Perrone, trentacinquenne nato a Scafati, in provincia di Napoli, e trasferitosi a Ostia con la famiglia all’età di 14 anni. «Ero un ragazzo come tanti, ho frequentato il liceo, poi la facoltà di Economia all’università, ero impegnato con gli scout – ricorda -. Poi, su suggerimento di una mia amica, ho partecipato a un campo vocazionale delle Suore Apostoline dell’Acero, a Velletri. Da lì ho iniziato a interrogarmi ed è nata l’intuizione del sacerdozio. Ho avuto anche la fortuna di avere tanti esempi di preti che mi hanno dato belle testimonianze». Quindi l’ingresso al Seminario Maggiore. «Gli anni di formazione sono andati molto bene – commenta -, sono riuscito a fare un cammino di fede coerente e concreto, che mi ha portato sempre più a confermarmi in questa chiamata. Vivo le giornate che mi separano dall’ordinazione con un senso di attesa positiva, bella, senza ansie, consapevole che siamo arrivati alla fine di un cammino ma soprattutto all’inizio di qualcosa di più grande a cui ci chiama il Signore. Come mi hanno insegnato gli scout, è nel servizio che si trova la via della felicità, nel donarsi agli altri».

Una vocazione matura quella di Mario Losito, 41 anni, ricercatore in economia e management alla Luiss prima di entrare nella struttura formativa di piazza San Giovanni in Laterano. «Ero contento del mio lavoro ma sentivo sempre la mancanza di qualcosa, non ero pienamente soddisfatto – ammette -. Adesso ho tutto un altro pensiero su quella che è la mia gioia, la mia felicità, la pienezza della mia vita. Sono arrivato al sacerdozio grazie a un collega, che mi ha portato al percorso dei Dieci Comandamenti di don Fabio Rosini». È originario del Giappone Tumohiro Ugawa, che ha studiato al Redemptoris Mater. «Sono nato a Oita, vicino Nagasaki, in una famiglia non cattolica – racconta -. Mia madre, prima di sposarsi, era membro dei Testimoni di Geova, ma poi decise di mandarci alla scuola materna cattolica, dove ho imparato le preghiere e a fare il segno della croce. Vicino a casa mia c’era una parrocchia guidata da un sacerdote salesiano slovacco e c’era anche una comunità neocatecumenale che proponeva incontri di catechesi. Quando ero stanco dalla scuola e dallo sport andavo in chiesa, dove trovavo ristoro». Gli anni di seminario a Roma «non sono stati facili all’inizio – confessa -, non capivo la lingua e avevo nostalgia di casa. Adesso sono molto più sereno. Vorrei tornare in Giappone, in futuro, da missionario».

26 aprile 2023