La Chiesa di Roma con De Donatis, per invocare «il dono della pace»

Il Rosario sul sagrato di Santa Maria Maggiore, illuminato con le candele da famiglie, giovani, sacerdoti, religiosi e religiose, per implorare l’intercessione della Salus Populi Romani. La Terra Santa, «il “quinto Vangelo”. La preghiera per le guerre in ogni angolo del mondo

Cessino le guerre, i conflitti, le tensioni. Tacciano le armi e la pace regni sul mondo. «Tanti sono quelli che animati dall’odio hanno ucciso il prossimo; chiediamo al Signore che cambino strada convertendosi all’amore». È la preghiera del cardinale vicario Angelo De Donatis che si è levata ieri sera, domenica 15 ottobre, dal sagrato della basilica di Santa Maria Maggiore, dove ha presieduto il Rosario per la pace in Terra Santa e in tutti i Paesi in cui imperversa la guerra. Centinaia le persone che hanno partecipato al momento di preghiera voluto dalla diocesi di Roma per implorare l’intercessione della beata Vergine Maria Salus Populi Romani, la cui immagine era stata posta per l’occasione sul sagrato.

Famiglie, giovani, religiosi e religiose, sacerdoti, hanno illuminato con le candele la piazza antistante la basilica. Presenti anche i vescovi ausiliari di Roma, il capitolo e il commissario straordinario per la basilica di Santa Maria Maggiore, monsignor Rolandas Makrickas. Durante la serata sono stati recitati i Misteri della gloria perché, è stato spiegato all’inizio della preghiera, «il nostro animo, pur provato dalla tristezza per la sorte dei Paesi piegati dal conflitto, trovi nella contemplazione del Cielo la forza per far risuonare a gran voce l’invocazione del dono della pace».

A otto giorni dal «terribile» attacco di Hamas contro Israele, «forse troppe parole non servono a definire quanto il nostro cuore è smarrito e agghiacciato dall’orrore della violenza dell’odio fratricida esploso in Terra Santa», ha detto il cardinale, che ha presieduto la recita del Rosario. Ha ricordato che la Terra Santa è spesso meta di pellegrinaggi diocesani «perché è la terra di Gesù, il “quinto Vangelo” dove impariamo a camminare sui passi del Signore, dove capiamo meglio l’alfabeto della narrazione biblica, toccando con mano i luoghi santi. Proprio quella terra oggi è martoriata e tutti guardano con il fiato sospeso alle sorti dei fratelli e delle sorelle che vivono lì». Il vicario del Papa per la diocesi di Roma ha rivolto una preghiera per le migliaia di persone morte nei raid affinché «gioiscano nella pace eterna». Nei suoi pensieri anche i tanti ostaggi, per i quali ha chiesto al Signore che «possano tornare presto all’affetto dei loro cari»; i tanti feriti per i quali ha implorato soccorso e cure; i tanti ebrei, cristiani e musulmani che «in questi giorni soffrono tremendamente, e chiediamo al Signore di consolarli; e le guerre che si combattono in varie parti del mondo. «Chiediamo al Signore di fermarle», ha detto De Donatis.

Ieri mattina, al termine della recita dell’Angelus, Papa Francesco ha rivolto un accorato appello per la pace nel mondo chiedendo «per favore» che «non si versi altro sangue innocente, né in Terra Santa, né in Ucraina o in qualsiasi altro luogo». «Come vorremmo che questo grido fosse ascoltato da tutti i governanti – ha affermato il porporato -, soprattutto da coloro che pensano di risolvere tutto con la forza delle armi». Con le parole di san Giovanni XXIII nell’enciclica Pacem in Terris, il vicario ha infine pregato affinché «si allontani dal cuore degli uomini ciò che può mettere in pericolo la pace e li trasformi in testimoni di verità, di giustizia, di amore fraterno».

16 ottobre 2023