La cattedrale di Roma, “madre” di una Chiesa che «desidera vedere Gesù»

Presieduta dal vicario Reina la Messa nella festa della dedicazione della basilica lateranense, il 9 novembre, con cui si sono chiuse le celebrazioni per i 1.700 anni. L’invito del vicario a «portare nel mondo la luce che parte da questa basilica»

«Sentiamoci avvolti da questa chiesa che è Madre di tutte le chiese. Sentiamola davvero nostra con la preghiera, con l’affetto, con il legame. Dai vari quartieri della città arrivare fin qui a volte è difficile, però se c’è questa spinta del cuore possiamo fare tanto per portare nel mondo la luce che parte da questa basilica. È importante non solo per la Chiesa universale ma anche per la nostra Chiesa particolare». Con queste parole del vicario generale Baldo Reina sabato 9 novembre – nella festa della dedicazione –  si sono chiuse le celebrazioni per i 1.700 anni dell’arcibasilica del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista, comunemente nota come San Giovanni in Laterano, consacrata nel 324 da Papa Silvestro I.

Eretta sui terreni della nobile famiglia romana dei Laterani, fu la prima basilica costruita con il beneplacito imperiale. Per la prima volta, i cristiani poterono uscire dalle loro case e dalle catacombe per celebrare e manifestare apertamente la propria fede. L’intitolazione al Salvatore, voluta da Costantino, sanciva il trionfo del cristianesimo. L’arcivescovo Reina ha rivolto un ringraziamento al Capitolo lateranense che quest’anno ha organizzato numerosi eventi per ricordare il Giubileo della basilica e rafforzare il legame tra la chiesa “Madre e Capo di tutte le chiese di Roma e del mondo”, le parrocchie e le realtà pastorali della diocesi. «Si potrà fare ancora tanto – ha aggiunto -. Il Capitolo è impegnato anche in una revisione degli statuti che renda più visibile il collegamento tra la diocesi e la basilica».

All’inizio della liturgia il vescovo Guerino Di Tora – che ha concelebrato all’altare con il vescovo ausiliare Michele Di Tolve – ha letto la bolla firmata da Papa Francesco con la quale eleva Reina alla dignità di arcivescovo e lo nomina vicario generale per la diocesi di Roma affidandogli anche la responsabilità della cattedrale. La bolla è del 6 ottobre scorso, giorno in cui Bergoglio ha annunciato il concistoro del 7 dicembre durante il quale sarà creato cardinale anche Reina. Nel documento il Papa sottolinea le sue qualità, tra cui «l’impegno pastorale» e la comprovata capacità di lavorare «diligentemente e saggiamente», e lo esorta ad assolvere il ministero con devozione e prudenza. Dal Santo Padre un «segno di fiducia rivolto a tutta la Chiesa di Roma» ha affermato il vicario affidandosi alle preghiere del clero e dei fedeli per «servire al meglio questa Chiesa».

Per la festa della dedicazione di San Giovanni in Laterano, monsignor Marco Frisina, direttore del Coro della diocesi di Roma, ha composto un’apposita Messa con un inno al “Tempio di Dio” e uno alla “Chiesa santa del Signore”. Nell’omelia, l’arcivescovo Reina si è ispirato al brano evangelico che narra dell’incontro tra Zaccheo e Gesù, invitando i fedeli a coltivare lo stesso desiderio del pubblicano. «Zaccheo questa sera ci chiede di esprimere il bisogno di essere Chiesa che desidera vedere Gesù, che c’è per cercarlo, che vince i limiti e i peccati partendo da una profonda sete di infinito». Dopo aver evidenziato la gratuità dell’amore di Dio ha osservato che l’incontro con Cristo deve spingere i cristiani a condividere la propria fede.

«La Chiesa è per natura contagiosa di bene e di bellezza», ha affermato il vicario, ricordando che mancano poche settimane al Giubileo. «Come diocesi di Roma – ha proseguito – abbiamo la vocazione e la responsabilità non solo di accogliere i pellegrini ma di testimoniare a tante persone che arriveranno da tutto il mondo che la comunione ecclesiale cambia la vita, riscalda il cuore, ti aiuta a deporre l’uomo vecchio per essere creatura nuova; chi vive pienamente il mistero della Chiesa ama i poveri, soccorre lo straniero, aiuta gli anziani, incoraggia i giovani, dà speranza a chi è deluso; chi vive autenticamente la Chiesa è sempre disposto a dare quattro volte tanto; si fa testimone della moltiplicazione della gioia e della misericordia. Se non è così siamo o rischiamo di essere una Chiesa sterile».

Per la Messa, che ha visto decine di concelebranti, tra i quali i vescovi Vittorio Lanzani e Luca Brandolini, la basilica era gremita di fedeli. Molti i romani, come Maria Cristina che oltre a essere legata alla cattedrale per fede è appassionata d’arte e di storia. «Ho colto l’occasione dell’arrivo a Roma di una cara amica per visitare con lei San Giovanni in Laterano e partecipare alla celebrazione». Per Giovanna, 26enne di Verona, si è trattato del primo viaggio a Roma e quindi della prima visita in basilica. «È bella da togliere il fiato – dice -. Non sapevo celebrasse 1.700 anni e sono davvero felice di trovarmi qui per questa occasione».

11 novembre 2024