“La Casa di Chiara”, accanto alle gravidanze difficili

Apre alla Camilluccia una struttura intitolata alla mamma che rinunciò alle cure per salvare il bimbo che portava in grembo. L’inaugurazione con il vescovo Ambarus

Ospitare e assistere, gratuitamente, famiglie e donne che affrontano gravidanze con patologie prenatali. È questo l’obiettivo del progetto “La Casa di Chiara”, una struttura ad hoc nata a Roma, nel quartiere Camilluccia, in via Angelina Marsciano, nel segno e sotto l’ispirazione della storia di Chiara Corbella Petrillo, la serva di Dio che nel 2012, proprio per salvare il bambino che portava in grembo, rinviò le cure per un cancro.

«Penso a tutte le persone, a tutti i genitori che vivono le fatiche delle gravidanze difficili, che poi affrontano il calvario delle distanze, dei problemi delle strutture ospedaliere», ha affermato il vescovo Benoni Ambarus, ausiliare della diocesi di Roma incaricato per l’ambito della Diaconia della carità. «È come se la vita avesse bisogno di un’enorme sala parto – ha aggiunto -, un enorme luogo, non fisico, dove dare e ricevere amore. In piccolo, tutto ciò accade con questa struttura, la cui realizzazione ha sicuramente richiesto quella che io chiamo la “testardaggine dell’amore”». L’augurio che il presule ha rivolto ai presenti è stato quello di «proseguire sulla strada tracciata e non perdere mai la volontà, indispensabile, di rimboccarsi le maniche per diffondere amore».

«Siamo molto contenti che sia stata scelta Chiara per il nome di questo luogo e speriamo che tante mamme possano avere benefici da questa iniziativa. Sappiamo cosa significa vivere, in famiglia, una gravidanza difficile e trovare qualcuno che è di aiuto e di supporto è e sarà straordinario per qualsiasi donna», le parole di Anselma e Roberto Corbella, genitori di Chiara. A salutare i presenti anche Enrico Petrillo, il marito: «Nel mio cuore – ha raccontato – c’è una grande meraviglia e credo ci sia anche nel cuore di Chiara tutti i giorni, perché nessuno poteva immaginare quanto di bello è arrivato dopo la nascita al Cielo di mia moglie. La sua storia – ha proseguito – è da custodire, come un dono, così come siamo chiamati a fare con tutte le persone che ci circondano perché non sappiamo mai chi di grande abbiamo accanto e ciò che di grande e bello le persone che ci circondano possono creare, proprio come fece e fa ancora, continuamente, Chiara».

Il progetto, promosso dalle associazioni Pro Vita & Famiglia onlus e dalla Fondazione il Cuore in una Goccia, è stato inaugurato anche alla presenza di rappresentanti delle istituzioni. «Una realtà – ha spiegato Toni Brandi, presidente della onlus – che vuole dare una risposta assistenziale, psicologica, medica e anche spirituale ricercata da tante famiglie che desiderano accogliere i propri bambini nonostante la patologia». Una risposta, tra l’altro, molto spesso agognata, come mostrano alcuni numeri: «Basti pensare – ha aggiunto Jacopo Coghe, portavoce della onlus – che solo nell’ultimo anno oltre il 79% delle richieste di assistenza giunte su Roma proveniva da famiglie residenti fuori dalla Regione Lazio, proprio per trattare patologie prenatali molto serie come  malformazioni strutturali, sindromi polimalformative, cromosomopatie, linfangiomatosi e cardiopatie». Dunque «i servizi di ospitalità e accoglienza garantiti da La Casa di Chiara – ha aggiunto Giuseppe Noia, professore associato dell’Università Cattolica di Medicina prenatale e presidente della Fondazione – non si limiteranno all’alloggio, ma comprenderanno anche servizi quali supporto sociale, medico e psicologico durante l’intero iter clinico e terapeutico».

Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha inviato un saluto scritto, sottolineando come l’iniziativa rappresenti «un sostegno concreto alle famiglie che affrontano un periodo difficile e delicato, quale è la malattia di un figlio nella fase della gestazione». Presenti il viceministro del Lavoro e delle politiche sociali Maria Teresa Bellucci; Massimiliano Maselli, assessore all’Inclusione sociale e servizi alla persona della Regione Lazio; Simona Baldassarre, assessore, sempre della Regione Lazio, alla Cultura, pari opportunità, politiche giovanili e famiglia e servizio civile; il consigliere di Roma Capitale Francesca Barbato.

8 maggio 2024