La Carovana dell’Acr: «Rumore e confusione» per lanciare un messaggio di pace

La tradizionale iniziativa dei più piccoli dell'Azione cattolica di Roma, dalla Messa alla Chiesa Nuova fino all'Angelus col Papa. Il messaggio letto a Francesco: «Pace alla nostra città e al mondo intero»

Fischietti, cembali, trombette. Allegra e rumorosa come da tradizione, la Carovana della Pace dei bambini e dei ragazzi dell’Azione cattolica (Acr) ha sfilato ieri, domenica 26 gennaio, per le vie del centro di Roma, passando per i giardini di Castel Sant’Angelo fino a raggiungere piazza San Pietro per la recita dell’Angelus con Papa Francesco. A conclusione del Mese della Pace, circa duemila persone tra bambini e ragazzi dai 4 ai 14 anni dell’Acr, di varie parrocchie romane, associazioni, scuole e gruppi scout, muniti di bandiere, striscioni e cartelloni colorati hanno cantato e urlato a squarciagola “Roma grida Pace!”, dallo slogan della Carovana di quest’anno. In marcia anche le diocesi di Fara Sabina e di Civita Castellana. Il gruppo più numeroso è stato quello della parrocchia Sant’Ireneo, che da oltre 30 anni porta alla manifestazione una grande colomba in legno.

Il conto alla rovescia con un’esplosione di gioia ha accolto Francesco che a mezzogiorno si è affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano in compagnia di Giulia ed Emanuele, acierrini di 12 e 9 anni. Dopo aver ringraziato per l’iniziativa che si ripete da 41 anni, il Papa ha ascoltato Giulia che ha letto la lettera indirizzatagli dai bambini e dai ragazzi di Acr. I bambini spiegano come il cammino pastorale diocesano li aiuti a comprendere che l’impegno e «i piccoli gesti quotidiani» possono rendere migliore la città. «Siamo qui insieme a te, ai nostri genitori, educatori e amici per gridare la voglia di pace alla nostra città e al mondo intero!», le parole lette da Giulia a Francesco. «Si dice che Roma sia una città rumorosa e confusionaria – scrivono i ragazzi -. Bene, noi oggi abbiamo voluto portare un po’ di quel rumore e confusione positiva per farci sentire e per poter lanciare i nostri messaggi di pace».

Carovana della pace ACR, Angelus Papa Francesco, 26 gennaio 2020

Carovana della pace ACR, Angelus Papa Francesco, 26 gennaio 2020La celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Paolo Selvadagi nella chiesa Santa Maria in Vallicella (Chiesa Nuova) ha dato il via alla manifestazione, che quest’anno si è svolta a pochi giorni dall’assemblea elettiva diocesana – il 15 e 16 febbraio – e a conclusione dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Azione cattolica e per i 50 anni dell’Acr. Una domenica festosa, per «esprimere il desiderio di bene e di pace verso tutti – ha detto il presule già assistente unitario e prima ancora assistente proprio dell’Acr diocesana -. Una verità da comunicare a tutti a gran voce per essere diffusori e costruttori di pace, speranza e gioia. Continuate a pregare con gioia e con il desiderio di essere testimoni di gioia per gli altri». Una giornata che per l’Azione cattolica ha assunto un ulteriore significato. La Carovana 2020 infatti ha coinciso con la prima Giornata della Parola di Dio istituita da Papa Francesco lo scorso settembre e l’associazione «si forma alla scuola della Parola», ha detto la presidente dell’Ac di Roma Rosa Calabria. La Capitale, ha aggiunto, «deve restare quella porzione del mondo che accoglie il mondo. Saremo sempre contro l’illegalità, la corruzione, l’intolleranza perché impediscono di costruire la casa comune. Noi siamo per il rispetto della dignità e per l’accoglienza».

Carovana della pace ACR, Angelus Papa Francesco, 26 gennaio 2020Nel lungo corteo che dalla Chiesa Nuova ha raggiunto piazza San Pietro, dunque, i più piccoli dell’associazione, che animati dai responsabili e dagli educatori, hanno urlato slogan per tutto il tragitto insieme a don Marco Ghiazza, assistente nazionale Acr, all’assistente unitario don Sergio Bonanni e all’assistente dell’Acr diocesana don Alfredo Tedesco. Ai bambini è stato consegnato anche una sorta di blocchetto delle multe dove hanno annotato gli aspetti negativi incontrati lungo il tragitto come pali divelti, buche nell’asfalto o cartacce per terra.  Palloncini gialli in mano, Elena e Pamela, 8 anni, hanno spiegato che vogliono «un mondo più bello e senza guerre». La pace «è il sogno di tutti i bambini», ha aggiunto Benedetta, 9 anni. «Non vogliamo più sentire di nostri coetanei uccisi dai bombardamenti o dalla fame», ha fatto eco Francesca. Caterina, 25 anni, educatrice a San Giustino, circondata dai “suoi” acierrini, ha rimarcato che «bisogna gridare con tutto il fiato che i bambini desiderano crescere in un mondo dove regna la pace vera, quella con la P maiuscola».

Carovana della pace ACR, Angelus Papa Francesco, 26 gennaio 2020In via della Conciliazione, dopo una breve rincorsa, i bambini hanno “abbattuto” un grande muro di cartone dove c’erano scritte in grassetto parole  come guerra, odio razzismo, ira, egoismo, rabbia. «Vogliamo esattamente il contrario – ha spiegato Lucia -. Vogliamo la gioia, la generosità e l’accoglienza verso tutti». La pace, ha affermato don Marco Ghiazza, è «come Dio: abita dove la si lascia entrare. L’auspicio è quello di essere sempre persone accoglienti».

Carovana della pace ACR, Angelus Papa Francesco, 26 gennaio 2020Durante la marcia sono stati raccolti i fondi per l’iniziativa “Piazza la Pace” che promuove un progetto a sostegno della comunità del Villaggio di Khushpur in Pakistan e uno per i ragazzi e le famiglie della circoscrizione di Roysambu in Kenya. Al termine della manifestazione sono stati letti alcuni dei desideri espressi dai bambini per il futuro dell’associazione – come, per esempio, maggiore presenza sul territorio accanto a chi ha bisogno -, che confluiranno nel documento che sarà votato dall’assemblea di febbraio.

27 gennaio 2020