Con l’iscrizione al primo anno dei diversi ordini e gradi di scuola, studenti e genitori sono chiamati a scegliere anche, entro il 31 gennaio, se avvalersi o meno dell’insegnamento della religione cattolica. «Le scelte compiute a larghissima maggioranza negli oltre trent’anni anni trascorsi dalla revisione del Concordato mostrano quanto questa disciplina scolastica si ponga come un servizio educativo molto apprezzato e inducono ad un sempre maggior impegno per la sua qualità», si legge nel messaggio indirizzato loro dalla presidenza della Conferenza episcopale italiana. Il tema, spiegano i vescovi, riguarda «la conoscenza e la valorizzazione dello studio della Bibbia da un punto di vista sia culturale sia storico e artistico». Da quest’anno infatti «il periodo delle iscrizioni viene a comprendere anche la domenica che Papa Francesco ha voluto dedicare alla Parola di Dio, collocata nel mese di gennaio per assumere una valenza ecumenica nel periodo dell’anno dedicato a rafforzare i legami con gli ebrei e alla preghiera per l’unità dei cristiani. Sembra inutile – proseguono i vescovi – ricordare come la Bibbia costituisca un patrimonio culturale per tutti gli uomini; essa è stata definita il Grande Codice in cui la cultura occidentale può trovare le proprie radici, ma il suo contenuto va oltre i confini dell’Occidente e intende parlare a tutta l’umanità per avviare un confronto sul significato ultimo della vita e del mondo».

I presuli citano le parole del pontefice per ricordare che «la Bibbia non può essere solo patrimonio di alcuni e tanto meno una raccolta di libri per pochi privilegiati. Spesso, si verificano tendenze che cercano di monopolizzare il testo sacro relegandolo ad alcuni circoli o a gruppi prescelti. Non può essere così».  Anche solo da un punto di vista culturale, «la Bibbia non può rimanere sconosciuta a chiunque si ponga domande di senso e abbia curiosità per conoscere i fondamenti della nostra cultura e della fede cristiana. L’insegnamento della religione è attualmente l’unica occasione per accostare a scuola la Bibbia in maniera corretta, sistematica e approfondita». Nel messaggio si ricorda che le Indicazioni didattiche in vigore per l’insegnamento della religione cattolica dedicano ampio spazio alla Bibbia, «proponendone una lettura frequente, sostenuta dai più fondati criteri interpretativi oggi offerti dalla critica e dalla ricerca scientifica in proposito».

Non manca, nel messaggio della presidenza Cei, il riferimento a «un ingiustificato pregiudizio che considera il testo sacro un documento riservato alle comunità dei fedeli ma la Bibbia – osservano i presuli -, insieme ai testi delle altre “religioni del Libro”, intende parlare a tutti gli uomini. È per questo che l’insegnamento della religione cattolica costituisce un’occasione unica per accostarsi alle pagine bibliche anche nella scuola, dove altri testi fondativi della nostra cultura sono studiati e analizzati talvolta anche minuziosamente. La storia dell’interpretazione biblica ha insegnato ad intere generazioni di studiosi i criteri con cui accostarsi a qualsiasi testo, anche a prescindere dalla sua ispirazione sacra. Un serio studio della Bibbia può quindi arricchire la cultura di ognuno».

Di qui l’invito a scegliere di avvalesi delle lezioni di religione cattolica, «per poter essere accompagnati da insegnanti che siano guide affidabili nell’incontro con un testo che nella storia dell’umanità è paragonabile a pochi altri. Siamo sicuri – affermano dalla presidenza Cei – che durante queste lezioni potrete trovare docenti e compagni di classe che vi sapranno accompagnare lungo un percorso di crescita umana e culturale, decisivo e fondamentale anche per il resto della vostra vita».

8 gennaio 2020