Kiev nell’Unione europea: via libera ai negoziati per l’adesione

Sì del Consiglio europeo – anche per la Moldavia -, nonostante l’opposizione dell’ungherese Viktor Orban, che blocca fondi per 50 miliardi. La premier Meloni: «Risultato di rilevante valore per l’Ue e per l’Italia, dopo un negoziato complesso»

Dal Consiglio europeo al termine del primo giorno di vertice, ieri, 14 dicembre, è arrivato il via libera ai negoziati per l’adesione di Ucraina e Moldavia. Concesso anche lo status di Paese candidato alla Georgia, mentre la Bosnia – Erzegovina dovrà prima rispettare le precondizioni richieste dalla Commissione. Il presidente Charles Michel ha parlato di «giorno storico», anticipando i temi in agenda per la giornata di oggi: «Medio Oriente, migrazione e lotta all’antisemitismo». Per quanto riguarda l’accordo sulla revisione del bilancio Ue, ha aggiunto, «è stato sostenuto da 26 leader ma un altro leader non lo ha fatto, torneremo dunque sulla questione all’inizio del prossimo anno e tenteremo di trovare l’unanimità».

Affidato ai social il commento del premier ungherese Viktor Orban, che alla fine ha ceduto, assentandosi al momento della votazione, senza lasciare deleghe. Una scelta concordata con il presidente Michel, che ha permesso di superare l’impasse senza veti. «Ora il popolo ucraino sa che siamo dalla sua parte», le parole del presidente del Consiglio europeo. «L’adesione dell’Ucraina all’Ue è una decisione sbagliata – scrive invece Orban su Facebook – e l’Ungheria non cambia la sua posizione. D’altra parte gli altri 26 hanno insistito e allora dovranno andare per la loro strada». Su X, invece, puntualizza: «Sintesi del turno di notte: veto per i soldi in più per l’Ucraina, veto per la revisione del Quadro finanziario pluriennale. Torneremo sulla questione l’anno prossimo in sede di Consiglio europeo dopo un’adeguata preparazione».

Sempre su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in visita in Germani, rileva che «questa è una vittoria per l’Ucraina. Una vittoria per tutta l’Europa. Una vittoria che motiva, ispira e rafforza». Non si esclude ora un passaggio a Bruxelles. Intanto il meccanismo si mette in moto: serviranno altri passaggi in Consiglio, sempre all’unanimità, oltre alle procedure per conformarsi agli standard comunitari.

«Grande soddisfazione» nelle parole della premier italiana Giorgia Meloni. «Si tratta di un risultato di rilevante valore per l’Ue e per l’Italia, dopo un negoziato complesso, in cui abbiamo giocato un ruolo di primo piano nel sostenere attivamente sia Paesi del trio orientale sia la Bosnia-Erzegovina e i Paesi dei Balcani occidentali», afferma. Ugualmente soddisfatto anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz, secondo cui «questi Paesi appartengono alla famiglia europea, è un segnale potente», scrive su X.

Oggi, 15 dicembre, il Consiglio europeo continua. Resta da sciogliere il nodo della correzione del bilancio comunitario con più risorse, per la migrazione, per le imprese e per l’Ucraina (50 miliardi di assistenza pluriennale, 33 in prestiti e 17 in sussidi). Sul pacchetto di aiuti a Kiev infatti l’accordo politico è solo a 26: Orban ha contestato le “regalie”, non i prestiti, rivendicando tutti i fondi Ue destinati all’Ungheria e bloccati a causa delle violazioni dello Stato di diritto, per concedere il via libera agli aiuti per l’Ucraina. Michel si è detto comunque «ottimista» sul fatto che si riuscirà «a prendere una decisione» per sostenere l’Ucraina con «una maggiore assistenza finanziaria». Fonti europee ipotizzano tra gennaio e febbraio 2024 un vertice Ue straordinario per chiudere i negoziati sulla revisione del bilancio 2021 – 2027, sul quale questo summit si chiuderà senza raggiungere un accordo.

15 dicembre 2023