Kiev: la Russia si ritira anche da Kharkiv

Colpita un’altra nave di Mosca nel Mar Nero, mentre continua l’assalto all’acciaieria Azovstal, a Mariupol. Il presidente del Consiglio Ue Michel da Hiroshima: «La Russia, minaccia alla sicurezza globale. Si alza la posta in gioco per il mondo intero»

In questo momento «la sicurezza globale è minacciata. La Russia, uno Stato nucleare e membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, sta attaccando la nazione sovrana dell’Ucraina, facendo riferimenti vergognosi e inaccettabili all’uso di armi nucleari». Sono le parole pronunciate dal presidente del consiglio europeo Charles Michel durante la sua visita a Hiroshima, a conclusione del viaggio in Giappone. «Questo – ha continuato – non sta solo scuotendo la sicurezza dell’Europa ma sta pericolosamente alzando la posta in gioco per il mondo intero». Nelle parole di Michel anche il riferimento ai «test missilistici illegali e provocatori della Corea del Nord, come quello avvenuto solo ieri», che «stanno aumentando le tensioni e mettendo in pericolo la nostra sicurezza. Queste sfide urgenti sono precisamente il motivo per cui i partenariati basati sulla pace e sull’ordine internazionale fondato su regole, come il nostro partenariato Giappone-Ue, sono così importanti e vitali», ha concluso.

Citando fonti locali, il New York Times annuncia intanto che Mosca sta ritirando i propri soldati dai dintorni di Kharkiv, la seconda città dell’Ucraina, dove sta perdendo terreno. Dopo il ritiro da Kiev, nello scorso mese, è la più significativa battuta d’arresto da parte delle truppe russe. Il Cremlino, rendono noto i funzionari contattati dal giornale, dovrebbe probabilmente reindirizzare le truppe verso sud-est, dove starebbe rafforzando la propria presenza a Izium, a due ore da Kiev, catturata un mese fa, che si trova alle porte del Donbass. La controffensiva ucraina su Kharkiv, in ogni caso, va avanti. Il governo ucraino annuncia anche di aver colpito un’altra nave della Marina russa dedita alla logistica, vicino all’Isola dei Serpenti, nel Mar Nero. Lo ha reso noto il portavoce dell’amministrazione militare regionale di Odessa Serhiy Bratchhk: «Grazie alle azioni dei nostri marinai la nave di supporto Vsevolod Bobrov ha preso fuoco – ha detto -. È una delle più recenti della flotta russa». Si tratta di un nuovo colpo alla marina russa al largo di Odessa dopo l’affondamento il 14 aprile dell’incrociatore Moskva e della fregata Makarov, colpita il 6 maggio.

Nel frattempo si combatte ancora a Mariupol, dove dopo aver bombardato con l’artiglieria e gli aerei il territorio dell’acciaieria Azovstal, i russi hanno preso d’assalto la struttura con la fanteria. Lo afferma il vice comandante del reggimento Azov Svyatoslav Palamar, secondo quanto riporta Ukrainska Pravda: «Il bombardamento è durato tutta la notte. Con l’aviazione e l’artiglieria. Continua l’assalto alla fabbrica da parte della fanteria, che ha preso d’assalto l’impianto con l’aiuto di veicoli corazzati e carri armati». Lo conferma su Telegram il sindaco Petro Andryushenko: «Le truppe russe sotto copertura dei bombardamenti stanno cercando di irrompere nel territorio dello stabilimento metallurgico Azovstal, dove si stanno difendendo i combattenti ucraini della guarnigione di Mariupol. La situazione si complica di giorno in giorno».

A livello internazionale, ieri, 12 maggio, il Consiglio per i diritti umani dell’Onu ha votato a larga maggioranza a favore dell’apertura di un’inchiesta sulle presunte gravi violazioni commesse dalle forze russe in Ucraina, contribuendo così a rafforzare la pressione diplomatica su Mosca. Approvata, nel dettaglio, con 33 voti favorevoli, la bozza di risoluzione presentata dall’Ucraina per avviare un’indagine sulle presunte violazioni commesse dall’esercito russo nelle regioni di Kiev,Chernihiv, Kharkiv e Sumy fra la fine di febbraio e marzo. «Nel loro desiderio di strangolare la Russia, le potenze occidentali sono pronte a tutto, incluso far resuscitare il nazismo», è la replica della Missione permanente della Federazione Russa presso le Nazioni Unite a Ginevra, in una dichiarazione riportata dalla Tass. Secondo la missione, «l’isteria anti-russa, scatenata dagli occidentali, non ha nulla a che fare con una genuina preoccupazione per il destino dell’Ucraina stessa e del suo popolo».

13 maggio 2022