Kiev: colpito anche l’ospedale per la maternità

Il racconto dell’arcivescovo maggiore Shevchuck. «In questi ultimi momenti abbiamo assistito ai nuovi orrori della guerra. Ma noi preghiamo. Resistiamo»

Nel sesto giorno della guerra «sanguinosa e ingiusta» tra Ucraina e Russia, da Kiev arriva la testimonianza dell’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuck, capo della Chiesa greco – cattolica. «In questi ultimi momenti, in particolare questa notte – racconta oggi, 1° marzo -, abbiamo assistito ai nuovi orrori della guerra. Abbiamo visto scuole, asili nido, cinema, musei distrutti, e al mattino un razzo ha colpito l’ospedale per la maternità. Ci chiediamo, ma perсhé? Si tratta di donne e neonati. Perché sono diventate vittime di questa guerra?».

Shevchuk riferisce anche dell’attacco, questa mattina, di un razzo su un ospedale per la maternità, vicino a Kiev. Nel giorno in cui si celebra in Ucraina l’inizio della primavera, la città si è risvegliata sotto la neve, come «un bucaneve che si fa strada attraverso la neve per mostrare il suo fiore tra gli orrori della guerra. Ma noi preghiamo. Resistiamo – sono le parole del capo della Chiesa greco – cattolica ucraina -. Siamo una nazione che costruisce, difende a costo del proprio sangue la pace in Ucraina e nel mondo intero». Quindi l’invito alla preghiera «per i nostri soldati, per tutti coloro che oggi sostengono la lotta per la pace in Ucraina. In questi giorni – prosegue l’arcivescovo maggiore – abbiamo visto l’eroismo della gente comune. Abbiamo pianto le vittime degli attentati missilistici a Kharkiv, ma ieri abbiamo anche visto gli abitanti di Berdyansk espellere, a mani nude, le forze armate dalla loro città con lo slogan “Berdyansk è Ucraina”. E la bandiera ucraina è rimasta a sventolare sul municipio».

Nell’analisi dell’arcivescovo, «si compiono davvero le parole di Cristo: nessuno ha amore più grande di colui che dà la vita per i suoi amici. Vediamo che a vincere non è l’odio, ma l’amore. L’amore genera eroi, l’odio genera dei criminali. Ecco perché incoraggio tutti voi a imparare ad amare in questo momento tragico – conclude -. Non lasciamoci sopraffare dall’odio, non usiamo il suo linguaggio e le sue parole. Secondo la saggezza popolare, chi odia il nemico è già da lui sconfitto. Vinceremo con la forza dell’amore per la nostra patria, per Dio e per il prossimo».

1° marzo 2022