Judo e legalità, dalla Romanina un appello sul valore dello sport

Gianni Maddaloni, padre dell’olimpionico di Sidney, racconta la sua esperienza della palestra a Scampia ai ragazzi di una scuola della Romanina impegnata contro il bullismo. E porta la medaglia d’oro vinta a Sidney 2000 dal figlio Pino

Il maestro di judo Gianni Maddaloni aspetta l’inizio dell’incontro. Alla Romanina, in una scuola di periferia che vuole riflettere sulla legalità, parla della sua esperienza a Scampia, in un’altra periferia, quella di Napoli. È lì che, tra mille difficoltà, ha fondato anni fa la palestra Judo Star, con centinaia di ragazzi iscritti, a due passi dalle Vele ormai famose simbolo di degrado e criminalità. Qui, alla scuola Raffaello, ha portato la medaglia d’oro vinta dal figlio Pino all’Olimpiade di Sidney nel 2000.

Parla ai ragazzi di quinta elementare e a quelli delle medie. «Voi siete il presente, non il futuro. Non ho mai dimenticato Scampia, l’attaccamento alla terra, il rispetto per le donne e gli anziani. Senza mia madre sarei un delinquente. Tramite la palestra ho potuto dare a tante persone ciò che ho avuto io. Sono molte le storie di detenuti e delle loro famiglie che potrei raccontare».

È il cuore dell’incontro voluto in questo 5 dicembre da tre realtà – A.S.D. Miriade, Sfera e Associazione Romana Terzo Millennio – a partire dal libro curato dal judoka Fabio La Malfa “Judo: superare i propri limiti”. In una scuola che crede nel valore dello sport. Lo conferma la dirigente scolastica Chiara Pinti: «Lo sport è portatore di valori. Tramite il lavoro degli insegnanti, i ragazzi hanno imparato la solidarietà verso i compagni e la mettono in pratica. Nei gruppi di amici si cerca di sentirsi più forti, più grandi. Occorre mantenere fermo il principio di solidarietà. Lo sport aiuta perché le regole servono per rispettare e cooperare». Le fa eco la vice preside Maria Clemente: «Ogni anno svolgiamo un progetto sulla legalità per prevenire il bullismo, la discriminazione di genere, e l’incontro con un personaggio pubblico aiuta nel percorso».

Da qui la presenza di Maddaloni. Ma non è il solo legato a Scampia. Ecco Giovanni Caso, ex ragazzo di Scampia ed ex atleta Fiamme Gialle, che per conto di Miriade – associazione nata a Corviale e poi approdata alla Romanina – cura il progetto nella scuola. «Facciamo judo insieme ai ragazzi dell’Istituto Sant’Alessio per non vedenti e ipovedenti, a cui si sono uniti i ragazzi di “Punto luce” di Ponte di Nona. Con il Sant’Alessio lavoriamo tutti insieme partecipando a tornei. Ai vedenti dà la possibilità di apprezzare le capacità e la fortuna che hanno. Agli altri sviluppa le qualità con il minimo sforzo».

Ma al Raffaello c’è un altro olimpionico. Da record. Felice Mariani, il primo italiano a vincere una medaglia olimpica in questa disciplina: bronzo a Montréal 1976. È stato il direttore tecnico di Pino Maddaloni, ora fa parte della Commissione Cultura e Sport della Camera dei Deputati. «Dal 2019 avremo insegnanti laureati in Scienze Motorie nelle scuole. Lo sport contribuisce a educare al rispetto di se stessi. Deve trasmettere valori». Sulla stessa linea l’assessore alla Scuola e allo Sport del VII Municipio, Elena De Santis: «Queste attività formano i cittadini, stando insieme, dandosi delle regole».

La Malfa interviene tra gli applausi. «Il professor Aldo Piatti mi ha chiesto perché insegno judo. Da lì è nato tutto. Anzi: gli chiedo io perché insegna judo». Piatti, ex assessore allo Sport in un comune lombardo ma soprattutto una vita da maestro di judo, risponde: «Lo sport, tramite l’art. 26 della Carta dei diritti umani, si interseca con essi perché i ragazzi devono crescere in buona salute. In una classe più gli studenti sono diversi e meglio è perché ogni intelligenza influenza l’altra». Ed è davvero così, lo testimonia ancora La Malfa. «Uno degli insegnanti che mi affianca è un ragazzo down, questo ha generato una rivoluzione culturale, i ragazzi avranno un atteggiamento diverso verso un compagno disabile».

6 dicembre 2018