Johansson (Ue) e il ministro Piantedosi (Interno) in visita all’hotspot di Lampedusa

La commissaria Ue: «Sfida europea». Per il titolare del Viminale, «l’obiettivo è rendere sempre più efficace il sistema dei rimpatri». Il capogruppo Pd Martello: «Passerella a favore di telecamere»

Sono arrivati ieri, 4 luglio, a Lampedusa il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e la commissaria europea agli Affari interni Ylva Johansson, per visitare l’hotspot, dove al momento gli ospiti del centro gestito dalla Croce Rossa sono 430. Gli ultimi arrivati sono 45 profughi soccorsi dalla Guardia costiera in area Sar italiana nella notte. «Rimaniamo sempre convinti della necessità di combattere senza alcun condizionamento i traffici internazionali di esseri umani: questo obiettivo sarà sempre al primo posto e so che le istituzioni europee vogliono condividerlo con l’Italia», ha affermato il ministro dell’Interno nel corso di una conferenza stampa convocata all’interno dell’hotspot. «Nessuno stato membro dell’Ue deve essere lasciato solo ad affrontare il fenomeno migratorio: uniti siamo molto più forti», ha detto la commissaria europea.

Nelle parole di Johansson, grande soddisfazione per l’esito della riunione del Consiglio di giustizia e affari interni dell’Ue, a Bruxelles, rispetto alla gestione del fenomeno migratorio: «È stata raggiunta una maggioranza solida, e questo è molto importante», ha affermato. A chi le faceva notare i pareri contrari di Polonia e Ungheria, la commissaria ha risposto: «In realtà il fatto che soltanto due paesi si siano espressi contrariamente rispetto alla proposta avanzata è un grande successo. Non capita mai che davanti alle proposte presentate si raggiunga l’unanimità».

Rispetto alla situazione dell’hotspot di Contrada Imbriacola, Johansson ha invece commentato: «Sono particolarmente colpita dal lavoro fatto qui a Lampedusa per dare condizioni migliori a chi arriva. Ringrazio inoltre la Guardia costiera e le forze di polizia italiane. L’Italia è sempre sotto una fortissima pressione migratoria, con più di 65mila migranti arrivati finora, e sta combattendo in tutti i modi. Questa però non è solo una sfida italiana. Si tratta di una sfida europea. Non siete soli». Mentre sul contrasto ai trafficanti di esseri umani ha precisato: «Bisogna lavorare anche con i Paesi d’origine e con quelli di transito», sottolineando, al tempo stesso, l’importanza delle relazioni con la Tunisia. «Già nei primi sei mesi di quest’anno abbiamo registrato un primo timido e modesto segnale di miglioramento dei rimpatri, con un incremento di 600 persone rispetto all’anno precedente – ha aggiunto il ministro Piantedosi -. L’obiettivo è rendere sempre più efficace il sistema dei rimpatri».

«Una passerella a favore di telecamere, una visita di poco più di un’ora durante la quale non hanno neppure incontrato i pescatori che avevano sollevato il problema delle imbarcazioni dei migranti abbandonate in mare. E il sindaco Filippo Mannino, invece di farsi portavoce delle proposte e delle richieste dei lampedusani, si è limitano a fare il maggiordomo del ministro», è il commento di Totò Martello, capogruppo del Pd al Consiglio comunale di Lampedusa e Linosa ed ex sindaco delle isole Pelagie. «Tanto valeva per Piantedosi e Johansson organizzare una conferenza stampa a Roma o a Bruxelles – ha aggiunto -. Non si capisce cosa siano venuti a fare dal momento che non hanno chiarito nulla sulla scellerata ipotesi di realizzare un mega centro di permanenza per migranti sull’isola, non hanno incontrato i rappresentanti della comunità locale e hanno solo fatto un breve giro nel centro di accoglienza, stando bene attenti a essere inquadrati dalle telecamere».

5 luglio 2023