Iuc, viaggio nelle sonorità in 34 tappe

Iniziata la stagione numero 75 per l’Istituzione universitaria dei concerti, fino a maggio 2020. D’Alò: «La nostra responsabilità resta la qualità»

Quella da poco iniziata a Roma è per l’Istituzione Universitaria dei Concerti la stagione numero 75: un traguardo celebrato con un cartellone ricco di artisti internazionali e proposte che spaziano dalla musica classica alla contemporanea, dal jazz all’etnica. Un appassionante viaggio nelle sonorità in 34 tappe, da ottobre 2019 a maggio 2020. «La cifra della Iuc – la cui direzione artistica è affidata a Giovanni D’Alò che anticipa alcuni degli appuntamenti più originali – è coprire, il più possibile, generi diversi. La responsabilità nostra resta sempre la qualità».

Tra le proposte non può mancare allora la polifonia sacra del Cinquecento com’è per il concerto del 16 novembre che vedrà “The Tallis Scholars”, diretti da Peter Phillips, alle prese con i repertori dei grandi maestri che prestarono servizio alla Cappella Sistina. Gruppo vocale inglese tra i più longevi, esistendo da oltre 40 anni, “The Tallis Scholars” – che nel 1994 hanno anche cantato per l’inaugurazione della Cappella Sistina restaurata – sono un’eccellenza in questo repertorio .«Il programma – racconta D’Alò – prevede l’esecuzione di una Messa del tutto originale, fatta di pezzi tratti da varie Messe di Giovanni da Palestrina, in una sorta di puzzle. A cui aggiungerà, tra gli altri, il “Miserere” di Giovanni Allegri, pezzo di cui la Sistina era gelosa tanto da vietare che uscisse dalla Cappella per essere eseguito altrove. Summa del contrappunto e della polifonia di quei tempi, il brano venne ascoltato dal giovane Mozart durante un suo viaggio a Roma», ricorda il direttore artistico.

Un solo ascolto e tanto bastò. «Rimastone colpito, non appena tornò a casa riuscì a riscriverlo per filo e per segno, suscitando le ira degli uomini di Chiesa che non credettero alla storia di un ragazzino impegnato in una tale impresa. Ma quel ragazzino era Mozart». II gruppo, «che usa eseguire musica antica accanto alla contemporanea di ispirazione sacra, proporrà inoltre una prima esecuzione a Roma dell’italiana Justine Rapaccioli». Sempre al repertorio rinascimentale e barocco si attinge per il “Concerto de’ Cavalieri” diretto il 21 marzo da Marcello Di Lisa: il mezzosoprano Vivica Genaux si cimenterà in famose arie, alcune delle quali scritte per Farinelli, leggendario cantante castrato e «vera prima star della classica», come lo definisce D’Alò. «Le arie che lui interpretava sono bellissime e sono un banco di prova per le cantanti, tant’è che non tutte vi riescono».

Attuale più che mai, in un’epoca che sembra segnata da nostalgici richiami ad un passato oscuro, è l’appuntamento del 1° febbraio che vedrà una giovane violinista tra le migliori della sua generazione, Francesca Dego, che nel recital con Francesca Leonardi proporrà Mario Castelnuovo-Tedesco, «compositore italiano ma poco conosciuto in Italia anche per via dell’emigrazione a cui fu costretto in conseguenza dell’emanazione delle leggi razziali. Lui, di famiglia ebraica, fuggì negli Stati Uniti. Alla sua scuola si sono formati tutti i più grandi compositori, come John Williams, il pluripremiato agli Oscar per le migliori colonne sonore. Non sarebbe assurdo dire allora che nella musica di “E.T. L’extraterrestre”, ad esempio, ci sia un po’ di Castelnuovo».

Il 18 aprile sarà la volta di Martin Fröst, «clarinettista svedese, star internazionale del web, che si muove con disinvoltura tra vari generi musicali». Per la serata proporrà Sonate classiche e Danze popolari ungheresi, rumene e danesi, rielaborate da compositori come Brahms, Bartok e da Fröst stesso. «Si va ormai aldilà del concertista in smoking – chiarisce D’Alò -. Oggi si è meno ingessati anche perché la musica non è espressione univoca. Sarebbe un limite. È invece una magia che si rinnova ad ogni concerto dal vivo e le emozioni che arrivano dipendono dalla nostra particolare sensibilità del momento e dalle capacità dell’esecutore».

Quanto alla musica moderna e contemporanea qui si ricordano due “progetti speciali”. Uno è l’esecuzione di “Hyperion” di Bruno Maderna, nel centenario della nascita del compositore. Come voce recitante si avrà modo di riascoltare il compianto Carmelo Bene, grazie a un’inedita registrazione messa a disposizione da Rai Com. L’altro progetto è la prima esecuzione a Roma di “Stringeranno nei pugni una cometa”, il Requiem laico di Silvia Colasanti su testi poetici di Mariangela Gualtieri e testi liturgici latini, scritto come canto di congedo ai morti del sisma del 2016. Il gran finale è affidato ai giovani, sui quali la Iuc punta in modo particolare. «Per rendere la musica più accessibile alle nuove generazioni bisogna ricorrere ad un approccio meno formale e invitare gli stessi giovani talenti ad esibirsi».

L’ultimo concerto, il 9 maggio 2020, è dedicato ai 250 anni dalla nascita di Beethoven. Ad omaggiare l’immenso compositore ci sarà così l’Orchestra da camera “Canova” – che riunisce i migliori giovani musicisti italiani – fondata e diretta dal 24enne Enrico Saverio Pagano. «Un conto è l’azzardo, altro è la scommessa che fai quando sai di avere in mano le carte vincenti. Per noi – conclude D’Alò -, i giovani sono proprio questo: una scommessa nella quale crediamo».

15 novembre 2019