Istituto pontificio Sant’Apollinare, da 200 anni accanto ai giovani

L’anniversario celebrato con una giornata di iniziative, culminate nella Messa con il cardinale Parolin. «”Benedire” e “rendere grazie”: due chiavi della missione educativa»

Una storia educativa lunga 200 anni. È quella che l’Istituto pontificio Sant’Apollinare, in viale Vaticano, ha festeggiato ieri, 4 novembre, con una intera giornata di segni e di momenti dedicati a fare memoria ma anche a guardare al futuro. Al mattino, gli studenti hanno messo a dimora tre nuove piante nel giardino della loro scuola: un ulivo, segno di pace, una quercia, simbolo della forza, e un osmanthus, per il suo profumo. Nel pomeriggio, un convegno ha ripercorso il cammino compiuto e la Messa della sera, presieduta dal segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, è stata l’incoraggiamento a proseguirlo «guardando a Gesù e tenendo sempre davanti il suo amore e il suo coraggio», perché allora «tutti gli sforzi troveranno senso nel grande e meraviglioso progetto della vita».

In particolare, riprendendo le letture del giorno, il cardinale ha messo in luce due verbi che «hanno a che fare con la missione educativa e che possono aiutarci a riflettere sul cammino di due secoli speso nella formazione dei giovani: benedire e rendere grazie». Il primo, tratto dal brano del Siracide, ha spiegato, «è il verbo della vita: quando Dio crea, benedice e anche noi, facendo memoria delle benedizioni ricevute, vogliamo impegnarci perché continuino a crescere». Lo stesso «educare è il verbo che dice “fare germogliare e crescere” cioè anche fare sbocciare il bene unico che Dio ha posto in ciascuno, nutrendo l’intelletto e soprattutto il cuore» affinché si realizzi «lo sviluppo integrale della persona». Il secondo «è un verbo di ringraziamento» usato da san Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi in merito alla «Grazia data da Dio in Cristo», sono ancora le parole del cardinale, che ha spiegato come tale dono dica che «sappiamo di non essere soli nei percorsi di crescita né come formatori né come alunni perché con noi c’è il Signore Gesù, maestro e amico che guida i nostri passi». In conclusione, il monito di Parolin affinché la scuola sia sempre «un rifugio sicuro per gli studenti e non solo un luogo di apprendimento accademico».

Lo stesso pensiero aveva animato le parole del vescovo Michele Di Tolve, delegato per la pastorale scolastica e per la scuola cattolica, che nel pomeriggio con il suo saluto aveva aperto il convegno organizzato per il bicentenario dalla fondazione dell’Istituto, moderato dal giornalista Vincenzo Morgante, direttore di TV2000. «La Chiesa fa scuola per la dignità dell’uomo e della donna e dice così la verità del Vangelo, perché nessuno può diventare libero se non ha la conoscenza – ha detto il presule -. In particolare la scuola cattolica vuole condurre a saper essere e dunque non può limitarsi a istruire». Anche Anna Paola Sabatini, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio, riconoscendo «il valore educativo inconfutabile di questa istituzione scolastica», ha guardato alla «formazione integrale della persona per offrire un panorama valoriale di riferimento in sinergia con la famiglia, alla luce di un rinnovato patto educativo».

In conclusione dei lavori, dopo la presentazione del francobollo commemorativo per i 200 anni di attività emesso dalle Poste Vaticane e dell’e-book sulla storia dell’Istituto scritto dal docente della scuola Gianfranco Pizzi, ha portato il suo saluto anche il vicario generale del Papa per la diocesi di Roma Baldo Reina. «Grazie a tutta la grande famiglia del Sant’Apollinare per il grande servizio reso in questi anni – ha detto -. Guardiamo al passato ma abbracciamo con responsabilità il futuro, certi che affronteremo le sfide della cultura di questo tempo».

5 novembre 2024