Istituto GPII, Sequeri: «Fedeli al compito di rinnovamento»

Inaugurato l’anno accademito al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per le Scienze del matrimonio e della famiglia. Il preside: «La Chiesa non abbandoni i coniugi in difficoltà»

La Chiesa deve leggere e far proprie le nuove dinamiche familiari, non abbandonare i coniugi tentati da innumerevoli difficoltà sopperendo, in molti casi, alla «latitanza e alla reticenza politica». Questi i compiti della teologia per monsignor Pierangelo Sequeri, preside del Pontificio istituto teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del matrimonio e della famiglia, che questa mattina, giovedì 16 novembre, ha aperto l’anno accademico 2017/2018.

La cerimonia è stata la prima da quando l’istituto è stato rifondato a settembre da Papa Francesco il quale, con motu proprio, ha allargato il campo d’azione della struttura universitaria voluta da San Giovanni Paolo II nel 1981 che con «lungimirante intuizione volle un’istituzione accademica specificamente dedicata alla ricerca e alla formazione». Un’istituzione accademica cattolica che vuole ridare il giusto valore ai concetti di matrimonio e famiglia non ignorando i risultati delle scienze e, guardando alla realtà concreta delle situazioni, cerca strade per una pastorale efficace.

Gli studenti iscritti nella sede centrale, nelle sei sezioni estere e nei cinque centri associati del Pontificio Istituto sono complessivamente 3.680 dei quali 533, provenienti da 60 differenti Paesi, studiano a Roma. Monsignor Vincenzo Paglia, Gran Cancelliere e presidente della Pontificia Accademia per la Vita, nel suo saluto di apertura ha sottolineato che il Pontificio Istituto deve essere «sempre di più un centro di alti studi, riprendendo e rilanciando nella congiuntura di oggi la felice intuizione originaria del Santo Papa Giovanni Paolo II, sapientemente attuata fin dall’inizio dal compianto cardinale Carlo Caffarra».

Prendendo spunto dal discorso pronunciato lo scorso anno da Papa Francesco, il preside ha assicurato che l’istituto s’impegna a portare a termine «il compito di rinnovamento» assegnato dal Pontefice. «L’obiettivo della Chiesa – ha aggiunto – è quello di attrezzarsi per abitare evangelicamente la realtà storica delle relazioni famigliari, per illuminare la sua verità e prendersi cura delle sue fatiche in termini adeguati alla condizione esistenziale in cui sono chiamati a viverle gli uomini e le donne che le sono affidati da Dio».

«L’impegno ad ampliare e ad arricchire l’orizzonte dell’intelligenza della fede è il modo migliore per onorare l’eredità ricevuta da San Giovanni Paolo II. La nuova sensibilità ecclesiale deve anche farsi carico, con più generosa intelligenza della fede che salva, della vulnerabilità e della complessità che caratterizzano la storia vissuta e i passaggi difficili – spesso realmente drammatici – della sua attuazione». Il professor Emmanuel Falque, docente della Facoltà di Filosofia dell’Institut Catholique di Parigi, ha tenuto una lunga prolusione su “Eros, Corpo e Eucarestia” nella quale ha sottolineato che la visione cristiana dell’umano è «integrale», lega pensieri e sentimenti terreni e corporali con la spiritualità ed il divino. Monsignor Enrico Dal Covolo, rettore dell’università lateranense ha posto l’accento sulla «legittima autonomia» tra le due istituzioni che «rafforza il legame affettivo ed effettivo esistente».

 

16 novembre 2017