Istituto Falconieri, la ripresa, tra cautela e serenità

Il preside Branca: «Rimodulata la distribuzione nelle aule». Accompagnamento a distanza anche in estate. Gli studenti: «Un anno diverso»

L’Istituto Santa Giuliana Falconieri, fondato ai Parioli nel 1941 dalla congregazione delle Mantellate Serve di Maria, ha riaperto l’anno scolastico con i migliori auspici: un clima di doverosa attenzione al virus ma anche molta serenità, quell’assenza di panico a scuola tipica di chi ha studiato e fatto i compiti a casa. Nei mesi passati il lavoro è stato incessante, racconta il preside Francesco Branca: «Abbiamo dovuto rimodulare tutta l’attribuzione delle classi nelle aule per fare in modo che fosse possibile un’attività didattica in presenza garantendo la sicurezza». Ma è anche vero che qui la scuola non si è mai fermata durante tutto il lockdow e, c’è stato un accompagnamento a distanza anche nel periodo estivo. «Il collegio docenti – riferisce ancora il preside – si è riunito il giorno dopo la dichiarazione dell’emergenza a marzo; dal lunedì seguente eravamo operativi con la didattica a distanza per tutti gli studenti. E non ci siamo mai fermati».

Il nuovo anno è iniziato in piena sicurezza: banchi distanziati con appositi segnali a terra, pulizie e igienizzazioni continue, registrazione di ogni ospite all’ingresso e per i genitori l’impossibilità di accompagnare all’interno dell’edificio i figli. La scuola infatti è un istituto comprensivo che accompagna i suoi alunni dai 3 anni fino alla maturità. Per loro, gli studenti, non c’è più un solo accesso dalla storica entrata in via Guidobaldo del Monte ma tre ingressi, con portineria, contingentati, che prevedono l’arrivo nelle classi cadenzato in orari diversi. Alcuni retroscena che danno l’idea del lavoro fatto dal preside e collaboratori negli ultimi mesi: una delle nuove portinerie era un po’ ostruita dai cassonetti della spazzatura, ne è nato uno scambio epistolare con il Comune e sono stati rimossi in tempi utili.

Ora che la scuola è iniziata, il preside riceve ogni mattina un foglio aggiornato delle presenze degli studenti in sede. «Così posso avere subito un quadro del numero degli assenti, nel caso ci fosse la necessità attiviamo subito le lezioni a distanza», spiega. Tutte le classi infatti sono attrezzate per permettere agli studenti di seguire la lezione online da remoto e ogni studente è in possesso di un tablet per collegarsi.

Tra gli studenti dell’ultimo anno di liceo, è condivisa l’idea che si tratti di «un anno scolastico diverso». Filippo Volpe parla del rammarico di non poter conoscere altre persone, visto che non si può più girare come gli altri anni in libertà sul piano, tra una classe e l’altra, ma anche di «non potere avere lo stesso contatto con i nostri amici».  Gli fa eco Valerio Luminari: «Ci reputiamo una grande famiglia, però comunque l’importante è tornare a scuola, rispettiamo le regole». Durante il lockdown, ricorda Pietro Maria Matteoni, «sono stati attivati gruppi su Skype e la didattica a distanza: già il giorno dopo l’emergenza eravamo online e dalla settimana successiva avevamo ripreso i soliti orari. Ora abbiamo la fortuna di essere in presenza». Certo, sono lontani i ricordi della ricreazione tutti insieme, oppure della fila alla macchinetta delle merendine. Abitudini quotidiane che non ci sono più, come le gite scolastiche, anche se per gli studenti all’ultimo anno del liceo la speranza è di poter organizzare i 100 giorni e il viaggio della maturità. «Siamo fiduciosi che tutto si sistemi», confida Jacopo Paladini. Nel frattempo, la concentrazione, in classe, è anche di più rispetto agli altri anni, dato che «non puoi parlare con i compagni e devi mettere la mascherina», ammette Luca Bonino.

Il ruolo di referente Covid, nell’istituto, è affidato a Leonardo Pasqualini: ha il compito di tenere i rapporti tra la scuola e la Asl. «Nel caso in cui in una classe si rivelasse uno studente con sintomi compatibili con il Covid – spiega -, il docente deve segnalarlo alla famiglia, che contatterà il proprio medico». Nonostante l’emergenza, c’è molta soddisfazione nelle famiglie, come racconta una delle mamme, Camilla Scatena. «A prescindere dal notevole lavoro strutturale che la nostra scuola ha compiuto in ordine alle direttive del ministero, credo che la cosa più lodevole sia il grande lavoro che l’intero personale scolastico sta facendo, sul piano affettivo e psicologico, per rendere i nostri ragazzi il più sereni possibile. E quello che viene dal cuore è l’impegno più grande!».

29 settembre 2020