Il patriarca caldeo di Baghdad Louis Raphael I Sako saluta l’elezione del nuovo presidente iracheno Barham Salih, avvenuta il 2 ottobre con 219 voti favorevoli e 22 contrari. E gli rivolge la sua esortazione: «Costruire un forte Stato civile nazionale fondato su solide basi, capace di affrontare le numerose sfide che lo attendono e soddisfare così le richieste degli iracheni per quanto riguarda servizi e lavoro». Sfide, queste, che possono essere vinte perseguendo «una vera riconciliazione» nelle istituzioni politiche mettendo da parte «controversie e tensioni», si legge nel testo diffuso dal Patriarcato caldeo.

Il nuovo presidente ha subito dato l’incarico per formare un governo al politico sciita Adel Abdul Mahdi. Ritenuto un moderato, Salih, che ha 58 anni, appartiene all’Unione patriottica del Kurdistan (Puk) e in passato ha ricoperto la carica di primo ministro della regione autonoma del Kurdistan e fatto parte del governo ad interim dopo la caduta di Saddam. Nel suo impegno politico è stato anche vice primo ministro ai tempi del governo di Nouri Maliki. È convenzione che la carica di Capo dello Stato, in Iraq, sia assegnata a un leader curdo, quella del primo ministro a uno sciita e il presidente del Parlamento a un sunnita.

4 ottobre 2018