Iraq, oltre un milione di civili intrappolati a Mosul
Oxfam: «Garantire vie di fuga sicure». Da Aleppo il vicario apostolico avverte: «In pochi fuggiti durante la tregua». Possibile proporga al 24 ottobre
L’Oxfam: «Garantire vie di fuga sicure». Da Aleppo il vicario apostolico avverte: «In pochi fuggiti durante la tregua». Possibile proporga fino al 24 ottobre
Vie di fuga impossibili da percorrere, una città sotto assedio, civili intrappolati a Mosul. L’Oxfam presenta le condizioni drammatiche vissute nella città irachena dalla popolazione con numeri e parole: «Il destino di 1,2 milioni di persone – di cui 600mila bambini – intrappolate in città rimane appeso a un filo». La gente di Mosul, secondo l’ong, è posta di fronte a «una scelta impossibile»: restare infatti «significa rischiare di essere uccisi negli scontri o essere usati come scudi umani dall’Isis, finire nel mirino dei cecchini o saltare in aria su mine antiuomo». Ma non sarebbe sicura neppure la fuga: «Andarsene non implica, purtroppo, trovare protezione e un luogo sicuro perché le agenzie umanitarie sono impegnate in una corsa contro il tempo per assicurare il supporto cruciale che serve». La comunità internazionale riunita a Parigi continua intanto il confronto sul futuro politico di Mosul. Ai rappresentanti delle nazioni e alle forze in campo Oxfam chiede di fare «tutto il possibile per salvare la vita dei civili». E indica una soluzione: «Bisogna affiancare il governo iracheno per garantire vie di fuga sicure, impedire l’uso di esplosivi in aree densamente popolate e rafforzare la risposta umanitaria», ha detto Riccardo Sansone, responsabile dell’Ufficio umanitario di Oxfam Italia.
Notizie poco rassicuranti giungono anche dalla Siria, dove si conterebbero «sulle dita di una mano le persone che sarebbero riuscite ad uscire dai quartieri orientali di Aleppo», durante la tregua umanitaria di 11 ore decisa da Mosca e Damasco per «evacuare i malati e i feriti e per il ritiro dei miliziani dalla città». A riferirlo è il vicario apostolico di Aleppo dei Latini, monsignor Georges Abou Khazen. Solo in pochi, spiega, hanno laciato Aleppo est perché «i gruppi di ribelli, in particolare quelli dell’ex Fronte al Nusra, sparano sulla gente che si muove verso i corridoi creati dall’esercito siriano nelle zone del quartiere Bustan al Qasr e vicino alla Castello road». Il vicario apostolico non esclude la possibilità di una nuova tregua. «Sembra che il governo voglia dare altri due giorni». E la Russia sembra favorevole. A rivelarlo è il consigliere per gli aiuti umanitari dell’Onu Jan Egeland, secondo il quale la Russia ha accettato di estendere le pause quotidiane dalle azioni militari ad Aleppo per altri quattro giorni, fino a lunedì.
20 ottobre 2016