Iraq, i cristiani tornano nella piana di Ninive

Si tratta del primo segno dopo l’invasione dell’Isis nel 2014. Molte case sono state distrutte. Aiuto alla Chiesa che soffre sta pensando alla ricostruzione

Si tratta del primo segno dopo l’invasione dell’Isis nel 2014. Molte case sono state distrutte. Aiuto alla Chiesa che soffre sta pensando alla ricostruzione 

Tornano gli sfollati, nella piana di Ninive, in Iraq, nei territori invasi nel 2014 dal cosiddetto Stato islamico. Tra di loro anche molti cristiani. Si pensa alla ricostruzione, per questo motivo Aiuto alla chiesa che soffre inaugura lunedì 8 maggio i primi tre cantieri nei villaggi di Bertella, Karamless e Qaraqosh, con una cerimonia assieme ai rappresentanti delle Chiese siro-ortodossa, siro-cattolica e caldea. Durante la cerimonia verranno consegnate alle prime famiglie cristiane che torneranno nei loro villaggi delle piante di ulivo, un segno di pace e di speranza che potranno piantare accanto alle loro case.

«Questo è un momento decisivo: se perdiamo ora l´opportunità di riportare i cristiani nelle loro case nella Piana di Ninive, potrebbero decidere di lasciare l´Iraq per sempre», dichiara padre Andrzej Halemba, responsabile internazionale di Aiuto alla Chiesa che Soffre per il Medio Oriente e presidente del Comitato Niniveh Reconstruction. Quest’ultimo ha il compito di pianificare e guidare la ricostruzione di circa 13mila case cristiane, 669 delle quali completamente distrutte da Isis.

«Ogni giorno riceviamo famiglie che ci chiedono di poter tornare a casa – racconta ad Acs padre Paulos Habib Yousef al-Mekko, parroco della Chiesa di Sant’Adday a Karamless e dall’inizio della crisi responsabile della comunità caldea della diocesi di Mosul – ma dobbiamo assicurare loro un tetto, dell’acqua potabile e qualche ora di energia elettrica al giorno. La distruzione operata dall’Isis è enorme e non possiamo farcela da soli». Al tempo stesso Acs continua a sostenere il programma di distribuzione di aiuti alimentari alle 12 mila famiglie fuggite rifugiate ad Erbil, Dohuk, Kirkuk, Zakho e Alqosh. Entro giugno 2017, la Fondazione pontificia distribuirà oltre 2 milioni di euro di viveri agli sfollati di ogni fede religiosa.

5 maggio 2017