Pacchi dono con generi alimentari e capi di vestiario ma anche donazioni in denaro, per aiutare le famiglie dei “martiri” feriti a pagarne le cure e quelle dei morti a pagare le esequie. Il patriarca caldeo Louis Sako si è schierato accanto alle famiglie di Nassiriya che hanno perso un caro durante le proteste antigovernative scoppiate in Iraq all’inizio di ottobre e ancora in corso. A darne notizia è il sito Baghdadhope: dopo avere visitato i feriti nell’ospedale al-Kindi di Baghdad alla fine di ottobre, donando alla struttura i mezzi per acquistare i medicinali a loro necessari, e aver di persona portato medicine ai punti di soccorso di piazza Tahrir, epicentro della rivolta, il cardinale ha rivolto la sua attenzione alla città sciita di Nassiriya che ha avuto un numero molto alto di vittime tra i manifestanti.

All’origine delle proteste, le politiche del primo ministro Adel Abdul Mahdi, il carovita, la corruzione e la mancanza di servizi pubblici. Da quando sono cominciate le manifestazioni, a inizio ottobre, hanno perso la vita più di 250 persone. Violenta la repressione da parte delle Forze di polizia. Il primate della Chiesa caldea si era già rivolto ai leader delle Chiese locali, invitando i sacerdoti a pregare per la pace e la stabilità e nello stesso tempo facendo appello «alla coscienza dei responsabili del Paese», perché ascoltassero «seriamente» le richieste delle persone che «lamentano lo stato di miseria in cui vivono, il peggioramento dei compiti della pubblica amministrazione e la propagazione della corruzione nella maggior parte dello Stato». Al tempo stesso, il Patriarcato caldeo aveva esortato i manifestanti a restare pacifici e le forze dell’ordine a evitare violenza su di loro. «Questo – scriveva in una nota – è il tempo di un dialogo costruttivo per fare passi concreti cercando persone competenti, conosciute per la loro onestà e amore di patria, perché gestiscano gli affari del Paese».

All’inizio di dicembre poi l’appello a un Natale di assoluta sobrietà: «Per rispetto dei martiri e dei feriti, civili e militari, delle manifestazioni antigovernative, e come dimostrazione di solidarietà per le loro famiglie le chiese e le piazze non saranno decorate da alberi di Natale, non si svolgeranno concerti e serate conviviali e il Patriarca non riceverà nessuno per gli auguri di rito», informava il Patriarcato. Confermate, naturalmente, «le preghiere per le anime delle vittime, per la pronta guarigione dei feriti, per il veloce ritorno alla vita normale e per lo sviluppo del Paese che includa quello di tutte le sue componenti e che sia basato sui valori del rispetto, dell’uguaglianza, della cittadinanza e del diritto ad una vita dignitosa». Ancora, il Patriarcato chiedeva e chiede «donazioni per gli orfanotrofi e per gli ospedali, perché vengano acquistate medicine per la cura dei feriti».

18 dicembre 2019