Inverno, Caritas italiana: sulla rotta balcanica si rischia «disastro umanitario»

In Bosnia ed Erzegovina bloccate 8mila persone, tra cui 200 minori soli. Con il freddo «la situazione potrebbe diventare catastrofica». Intensificati gli aiuti

«La situazione potrebbe diventare catastrofica per i migranti perché i rifugiati non potranno resistere al freddo: si rischia il disastro umanitario».  Ad affermarlo è l’Organizzazione internazionale per le migrazioni in Bosnia e Erzegovina, dove la situazione migratoria lungo la rotta balcanica è molto difficile e con l’arrivo dell’inverno rischia di peggiorare. In particolare in Bosnia ed Erzegovina sono bloccati 8mila migranti, tra cui più di 200 minori non accompagnati; 6mila solo a Bihac, cittadina nel nord ovest della Bosnia, al confine con la Croazia. Provengono da varie aree del mondo in guerra o in profonda crisi: Afghanistan, Africa sub sahariana, Nord Africa. Nelle ultime settimane poi è ripreso l’arrivo di Curdi, Siriani e Iracheni a seguito del riacuirsi del conflitto mediorientale. «L’inverno è ormai alle porte e la situazione lungo la rotta balcanica è diventata una emergenza umanitaria», avverte Caritas italiana, spiegando che migliaia di persone che sostano in questa area sono prive di qualsiasi supporto. Non solo: le istituzioni riducono sempre di più gli aiuti umanitari e minacciano di sospendere la fornitura di acqua e energia elettrica. E, con le temperature rigide che si registreranno nelle prossime settimane, è a rischio la vita di molti.

Caritas italiana, con il supporto economico della Cei e delle Caritas diocesane della Lombardia, ha contribuito alla distribuzione di aiuti di emergenza – vestiario, materiale igienico e kit per l’infanzia – in tutti i campi profughi e nelle aree a rischio. In particolare ha rafforzato l’intervento nel campo di Bira, che ospita al momento 1.500 persone, con l’avvio di un Social Cafè per l’intervento psico-sociale e con la creazione di una Lavanderia Sociale, per lavare i vestiti e le coperte all’interno del campo. Gli interventi sono stati realizzati in collaborazione con Caritas Bosnia ed Erzegovina e con Ipsia-Acli.

Ora, evidenzia l’organismo pastorale, «l’emergenza in corso richiede di intensificare gli sforzi», attraverso una maggiore «attenzione delle istituzioni e delle comunità, nazionali ed europee, verso i problemi e i diritti delle persone che migrano lungo la rotta balcanica». L’invito quindi è a contribuire a supportare le persone bloccate in Bosnia Erzegovina con l’acquisto e la distribuzione di capi invernali di prima necessità e il sostegno strutturale a servizi per i migranti. Per maggiori informazioni: www.caritas.it.

21 novembre 2019