Intervista di Avvenire al Papa alla conclusione del Giubileo

«La Chiesa è il Vangelo, non è un cammino di idee. Servire i poveri è servire Cristo. Ecumenismo? Non svendo la dottrina»

«La Chiesa è il Vangelo, non è un cammino di idee. Servire i poveri è servire Cristo. Ecumenismo? Non svendo la dottrina»

«Il Giubileo? Non ho fatto un piano. Le cose sono venute. Semplicemente mi sono lasciato portare dallo Spirito. La Chiesa è il Vangelo, non è un cammino di idee». Comincia così la lunga intervista concessa da Papa Francesco ad Avvenire, pubblicata sul numero in edicola oggi, venerdì 18 novembre, alla vigilia della conclusione dell’Anno Santo straordinario dedicato alla misericordia.

Un primo bilancio del Giubileo che si chiude domenica 20 novembre a San Pietro, il difficile cammino delle Chiese cristiane verso l’unità, l’eredità del Concilio Vaticano II e dei suoi predecessori sono i temi al centro della lunga intervista di Stefania Falasca, accompagnata da un editoriale di Marcello Semeraro, vescovo di Albano e segretario del Consiglio dei cardinali che collabora con Francesco.

Ampio spazio è dedicato al tema dell’ecumenismo, su cui il Papa chiarisce: «Nessuna svendita della dottrina». E inquadra i recenti incontri ecumenici nell’ambito di un percorso avviato con il Vaticano II. Tra i temi affrontati, lo stile che deve animare il cammino ecumenico, anche alla luce del viaggio in Svezia per l’avvio delle commemorazioni per i 500 anni della Riforma di Lutero. «Il proselitismo tra cristiani è un peccato grave. La Chiesa non è una squadra di calcio che cerca tifosi». La priorità è servire i poveri. «Servire i poveri vuol dire servire Cristo, perché i poveri sono la carne di Cristo. E se serviamo i poveri insieme, vuol dire che noi cristiani ci ritroviamo uniti nel toccare le piaghe di Cristo».

18 novembre 2016