Internet, «un utente su tre è un bambino»

Dall’Unicef, nel rapporto annuale sulla condizione dell’infanzia nel mondo, il richiamo a proteggere i piccoli dai pericoli del mondo digitale, aumentando il loro accesso a contenuti sicuri online

“Figli dell’era digitale”. Recita così il titolo del rapporto annuale Unicef sulla condizione dell’infanzia nel mondo, pubblicato oggi, 11 dicembre. Con una premessa che ha il sapore di un richiamo: «Nonostante la massiccia presenza di bambini online – 1 utente di internet su 3 nel mondo è un bambino – è stato fatto troppo poco per proteggerli dai pericoli del mondo digitale e per aumentare il loro accesso a contenuti sicuri online». Nel 2016, spiegano dall’Unicef, «57.335 url contenevano materiale pedopornografico. Di questi, il 60% era ospitato su server in Europa e il 37% in Nord America». Inoltre, «il 53% dei bambini abusati e sfruttati per produrre questi contenuti hanno 10 anni o meno. Il numero di immagini di bambini dagli 11 ai 15 anni è in aumento: dal 30% nel 2015 al 45% nel 2016».

Per il direttore generale Unicef Anthony Lake, in un mondo digitale «la nostra sfida è duplice: ridurre i danni, massimizzando allo stesso tempo i benefici del web per ogni bambino». Sfida confermata dai dati contenuti nel rapporto, che contiene anche l’elaborazione delle 63mila risposte ad un sondaggio realizzato tra i giovani  dai 13 ai 24 anni di 26 Paesi. Alla domanda «Cosa non ti piace di internet?» il 23% ha risposto «la violenza»; le ragazze tendono a essere più turbate dagli episodi di violenza (27% contro il 20% dei ragazzi). Il 33% ha invece risposto «i contenuti pornografici indesiderati».

Alla domanda: «Cosa ti piace di internet?» il 40% ha risposto: «Imparare nuove cose per la scuola o la salute» e il 24% «acquisire competenze che non posso imparare a scuola». Il 42% dichiara poi di aver imparato da solo ad utilizzare internet mentre il 39% da amici o fratelli, «prevalentemente tra i giovani che vivono in Paesi a basso reddito». Ancora, altri dati del rapporto evidenziano come i giovani rappresentano il gruppo di età più connesso (il 71% di loro a fronte del 48% della popolazione totale). I giovani africani sono i meno connessi, con circa 3 giovani su 5 offline, comparati a solo 1 su 25 in Europa.

A livello globale, nel 2017 ha usato internet il 12% in più degli uomini rispetto alle donne. Alcuni adolescenti inviano 4mila messaggi al mese, o uno ogni sei minuti. «Internet – ha concluso Lake – è stato progettato per gli adulti ma è sempre più utilizzato da bambini e giovani e le tecnologie digitali coinvolgono sempre più le loro vite e il loro futuro. Dunque – è la conclusione – le politiche, le pratiche e i prodotti digitali dovrebbero riflettere meglio i bisogni dei bambini, le loro prospettive e le loro voci».

11 dicembre 2017