Intelligenza artificiale e ricerca pediatrica, l’accordo Bambino Gesù – Ibm
Annunciata una collaborazione strategica multifase. Enoc: «L’integrazione delle competenze, grande valore aggiunto a beneficio di pazienti e famiglie»
«Per l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù le frontiere della medicina necessariamente passano attraverso lo sviluppo della ricerca e della tecnologia scientifica. Non esiste cura senza ricerca e non c’è futuro senza ricerca». La presidente della struttura sanitaria della Santa Sede Mariella Enoc ha accompagnato con queste parole ieri, 27 febbraio, l’annuncio di una collaborazione strategica multifase tra Bambino Gesù e Ibm, volta a migliorare la ricerca pediatrica e a tradurla più velocemente in cure. «L’integrazione delle competenze tra due aziende leader dell’innovazione nella ricerca pediatrica e nell’information technology – ha continuato – rappresenta un grande valore aggiunto per raggiungere gli obiettivi di questa collaborazione e superare le sfide poste quotidianamente dalla scienza medica, a beneficio dei pazienti e delle loro famiglie».
A siglare l’accordo per Ibm, il vice presidente John E. Kelly III. «Poche sfide potrebbero essere più importanti per la società – ha detto -, se non quella di mettere l’intelligenza artificiale (Ia) al lavoro secondo modalità che potrebbero portare benefici ai bambini più bisognosi di aiuto. Ibm è onorata di poter collaborare con l’Ospedale Bambino Gesù e di contribuire ad accelerare il processo per lo sviluppo di trattamenti potenzialmente rivoluzionari per le malattie infantili rare». Nel dettaglio, la collaborazione tra Bambino Gesù e Ibm si concentrerà sui tumori cerebrali pediatrici (Tcp), con l’obiettivo di sviluppare algoritmi per accelerare la diagnosi e il trattamento dei pazienti affetti da medulloblastoma. Il medulloblastoma è il problema più comune che i medici che si occupano di Tcp si trovano ad affrontare, rappresentando il 15-20% di tutti i tumori cerebrali pediatrici. L’identificazione precoce del sottogruppo di cui è affetto il singolo individuo può influenzare significativamente la scelta del percorso terapeutico più appropriato, contribuendo in ultima analisi a migliorare i risultati.
Non solo. Bambino Gesù e Ibm collaboreranno anche nell’ambito delle malattie rare, che colpiscono, nel loro insieme, il 6-8% della popolazione totale dell’Unione europea e più di due terzi di questi disturbi colpiscono i bambini. Ibm supporterà l’Ospedale nella realizzazione di un database di dati anonimizzati – incluse informazioni genomiche, cliniche, di laboratorio e di imaging – e svilupperà algoritmi che utilizzano l’intelligenza artificiale per migliorare la resa diagnostica, accelerare la diagnosi nei pazienti affetti da malattie rare e per identificare nuovi geni della malattia e caratterizzare disturbi non ancora riconosciuti in precedenza.
28 febbraio 2020