Insegnanti di religione, Vicariato: «Il disservizio non dipende da noi»

L’Ufficio Scuola interviene sulla vicenda della mancanza di docenti in un gran numero di scuole dell’infanzia comunali. La denuncia di un quotidiano

L’Ufficio Scuola diocesano interviene sulla vicenda della mancanza di docenti in un gran numero di scuole dell’infanzia comunali. La denuncia di un quotidiano

Diritti di migliaia di famiglie calpestati. Da un lato, le tante, migliaia, che hanno chiesto di avvalersi dell’insegnamento della religione in molte scuole dell’infanzia comunali. Dall’altro, le quarantuno cui appartengono gli insegnanti di religione lasciati a casa dall’inerzia del Comune di Roma. È la conseguenza della vicenda lunga e tormentata che dallo scorso 15 settembre, cioè dall’inizio dell’anno scolastico, vede tanti bambini privati dell’insegnamento della religione in un gran numero di scuole dell’infanzia comunali, nonostante l’impegno e le sollecitazioni dell’Ufficio diocesano per la pastorale scolastica verso l’amministrazione comunale.

All’Ufficio del Vicariato, competente per la materia, sono arrivate in questi mesi numerose proteste di genitori che chiedevano spiegazioni, visto il mancato arrivo degli insegnanti di religione nelle scuole dei figli. Poi, mercoledì, un articolo di un quotidiano ha denunciato la situazione, dando voce ad alcuni interlocutori delle istituzioni municipali e comunali, che concludevano con un sibillino «Tutto dipende dal Vicariato».

A questo punto, si è resa necessaria una precisazione da parte dell’Ufficio Scuola del Vicariato, avvenuta con un comunicato stampa indirizzato a tutti i mezzi di informazione. «Il disservizio relativo alla mancata assunzione degli insegnanti di religione cattolica nelle scuole dell’infanzia comunali non può in alcun modo essere attribuito a responsabilità del Vicariato». Ed ecco la puntuale spiegazione.

 «L’amministrazione capitolina – prosegue la nota diffusa questo pomeriggio, mercoledì 25 gennaio, dal Vicariato – ha infatti fino ad oggi illegittimamente mantenuto in condizione di precarietà gli insegnanti di religione cattolica, proponendo loro contratti di supplenza pur in costanza di un fabbisogno organico e permanente di personale». Il riferimento è a due sentenze della Corte di Cassazione, la 201 e la 1066 del 2016, che hanno già condannato Roma Capitale a risarcire gli insegnanti di religione di Roma cui è stato affidato ripetutamente l’insegnamento con contratti di supplenza fino al 30 giugno, evitando di corrispondere le retribuzioni dei mesi estivi: questi contratti sono illegittimi.

 «Nonostante la normativa europea», si legge nel comunicato, «abbia imposto di non reiterare i contratti a tempo determinato per più di 36 mesi – esattamente al fine di indurre i datori di lavoro a stabilizzare i precari! – il Vicariato ha ricevuto promesse e rassicurazioni fino al 7 novembre scorso, quando, senza alcun preavviso, ha appreso che quest’anno il Comune di Roma non avrebbe rinnovato il contratto a ben 41 insegnanti di religione, proprio “per colpa” della loro lunga carriera (da 4 a 18 anni di servizio)». E non basta.

«Nonostante un colloquio con l’Assessore competente, svoltosi il 15 novembre, la proposta di nomina indirizzata dal Vicariato al Dipartimento Servizi Educativi e Scolastici e recante i nominativi dei 93 docenti necessari alla copertura di tutte le scuole non ha ricevuto ad oggi neppure il riscontro ufficiale previsto dalla legge: il Vicariato ha semplicemente dovuto prendere atto di una selezione tra i nominativi proposti, che ha escluso proprio i docenti meno giovani». Servirebbe una delibera del Comune di Roma, con l’istituzione del profilo giuridico-amministrativo dell’insegnante di religione cattolica nelle scuole dell’infanzia di Roma Capitale e al ridefinizione della norma di regolamento di tali scuola per adeguarla alla normativa statale. Ma nulla di tutto questo è accaduto. Il Campidoglio ha lasciato che migliaia di bambini restassero senza l’insegnamento della religione, violando quindi un diritto.

«Il Vicariato – ecco la conclusione del comunicato – è purtroppo mero spettatore di una vicenda dolorosa, che vede lesi sia i diritti delle famiglie che hanno scelto l’insegnamento della religione per i propri figli, sia degli insegnanti di religione, privati di lavoro dopo tanti anni di servizio. Nulla in realtà – purtroppo – dipende dal Vicariato, che sarebbe invece ben lieto di collaborare e di essere informato dei passi che l’amministrazione capitolina vorrà compiere (così speriamo!) per risolvere il problema con equità e in tempi brevi».

25 gennaio 2017