Insegnanti di religione, chiamati a ripartire dall’ascolto della Parola

Apertura dell’anno con il cardinale De Donatis e la lettura integrale del libro dell’Esodo. Un Quaderno, per accompagnare il cammino

È stato il cardinale vicario Angelo De Donatis ad aprire l’incontro di avvio dell’anno scolastico degli insegnanti di religione cattolica della diocesi, che si sono ritrovati sabato mattina, 14 settembre, nella basilica di San Marco Evangelista al Campidoglio. Il porporato, titolare della chiesa di piazza Venezia, ha letto il primo dei 40 capitoli che compongono il libro dell’Esodo. L’appuntamento, infatti, ha previsto la lettura integrale e comunitaria del secondo libro della Bibbia, che narra le vicende del popolo ebraico dalla schiavitù d’Egitto fino alla liberazione e all’elezione e che è stato assunto come paradigma del programma della diocesi dallo scorso anno e fino al Giubileo del 2025.

A margine dell’evento, il cardinale De Donatis ha sottolineato «l’importanza, proprio in linea con il tema scelto per quest’anno pastorale legato all’ascolto del grido della città, che venga oggi messa al centro la Parola, per gli insegnanti, ma per tutti. Perché non siamo mai noi al centro ma è solo la Parola di Dio ad esserlo, Parola che illumina la nostra esistenza, conferendo senso al nostro vissuto». Anche Rosario Salamone, direttore dell’Ufficio scuola del Vicariato, ha messo in evidenza l’importanza dell’ascolto quale atteggiamento del docente, «chiamato a raccogliere il racconto di un nuovo anno scolastico e di un anno pastorale dedicato proprio a riconoscere il grido della città», individuando inoltre nella lettura integrale del testo proposta «un’occasione per vivere e sperimentare un vero “corpo a corpo” tra la nostra curiosità di comprendere e la Parola».

Ancora, Salamone ha presentato il “quaderno dell’Esodo” che l’Ufficio scuola ha prodotto e proposto ai docenti come «strumento che accompagna, con le sue pagine bianche, per fissare stimoli, riflessioni e suggestioni», perché «la scrittura, analogica e non digitale su tablet o altro supporto, è il modo migliore per conservare la memoria». Guardando in particolare alla copertina, il direttore ha mostrato il contrasto tra il colore giallo «che dice della siccità e dell’aridità del deserto attraversato da Mosè e dal suo popolo, luogo delle piaghe e della sofferenza, e l’elemento vitale dell’acqua», non solo quella del Mar Rosso che fu provvidenzialmente strumento di salvezza per gli Ebrei ma anche «quella del fiume Nilo, lungo il cui corso cresce la pianta perenne del papiro, che ha permesso i primi sviluppi della scrittura nei rotoli».

Infine, il direttore dell’Ufficio scuola ha offerto un ulteriore stimolo di riflessione ai tanti docenti che gremivano la basilica e che con concentrazione e attenzione hanno preso parte alla proclamazione dell’Esodo; la carta è anche, per antonomasia, «il documento, quello che chi è apolide non possiede e per questo viene denominato, in lingua francese, “sans papier”, e cioè senza quel supporto cartaceo che ne raccolga e contenga la storia, attestandola in qualche modo», ha chiosato. Un invito, dunque, a «mettersi in ascolto anche di chi, ancora oggi, attraversa il deserto, compiendo viaggi duri, aspri e difficili, per poterne favorire e consentire la liberazione».

A proclamare il testo, ciascuno con il proprio ritmo e il proprio stile,dopo l’apertura del cardinale vicario, 37 docenti insieme a monsignor Andrea Manto, vicepreside dell’Istituto di Scienze religiose “Ecclesia Mater”, a cui è stato affidato il XII capitolo che narra il rito della Pasqua ebraica, e a don Pierangelo Pedretti, segretario generale del Vicariato, che ha letto il XX capitolo, sulla consegna del Decalogo di Dio a Mosè. La lettura si è svolta senza soluzione di continuità – dalle 9 alle 14 -; ogni 10 capitoli, un intervento musicale, eseguito al violoncello o all’organo rispettivamente dai maestri Giordano Antonelli e Osvaldo Guidotti.

16 settembre 2019