Insegnamento della religione cattolica, «preziosa opportunità formativa»

Il messaggio della presidenza dei vescovi, in vista della scelta per l’anno scolastico 2024/2025. Nell’anno precedente, hanno scelto l’Irc più di 84 studenti su 100

Insieme alle iscrizioni al primo anno dei diversi ordini e gradi di scuola, nelle prossime settimane sarà anche il momento di scegliere se avvalersi o meno dell’insegnamento della religione cattolica (Irc) nell’anno scolastico 2024/2025. Lo ricorda la presidenza della Cei, nel messaggio pubblicato, come ogni anno,  per l’occasione, diffuso oggi, 16 gennaio, indirizzato a studenti e genitori. «Vi invitiamo a considerarla una preziosa opportunità formativa – si legge nel testo -, che arricchisce il percorso scolastico promuovendo la conoscenza delle radici e dei valori cristiani della cultura italiana».

Il punto di svolta, nella storia dell’insegnamento della religione, l’Accordo di revisione del Concordato del 1984 e la successiva legge di ratifica del 1985, con i quali «l’insegnamento della religione ha assunto il profilo attuale: quello di una disciplina scolastica aperta – scrivono dalla presidenza dei vescovi italiani -, aggiornata dal punto di vista pedagogico e didattico, adeguata all’oggi, attenta ai bisogni educativi delle persone e condotta nel rispetto più assoluto della libertà di coscienza di ognuno. Un valido momento di studio e di dialogo, fatto proprio ogni anno dalla stragrande maggioranza di studenti e di famiglie».

Lo dimostrano i dati. Nell’anno scolastico 2022/2023 i numeri restituiscono un quadro di sostanziale stabilità, con una media nazionale di avvalentisi pari all’84,05%. «L’ampia partecipazione attesta la qualità formativa di tale insegnamento – si legge nel messaggio -e, allo stesso tempo, richiama a una responsabilità e a un’attenzione da parte di tutti; la relazione che si instaura fra insegnanti e alunni fa sì che si possano intercettare tematiche culturali ed esistenziali altrimenti non trattate a scuola. In un momento come l’attuale in cui si moltiplicano, da parte dei ragazzi, le domande di ascolto e di vicinanza, la “alleanza educativa” tra Chiesa e scuola su cui si fonda l’Irc si rivela una risorsa assai preziosa».

Nell’analisi dei vescovi, «a renderla possibile ed efficace sono in primo luogo i docenti di religione, di cui riconosciamo la preparazione e la disponibilità e ai quali vogliamo esprimere gratitudine e sostegno». Quindi «un pensiero particolare» va «ai giovani chiamati per la prima volta a scegliere personalmente l’insegnamento della religione cattolica. Cercate e rischiate!», è l’esortazione dei presuli, che richiamo le parole di Francesco ai partecipanti alla Gmg di Lisbona. «Abbiate il coraggio di sostituire le paure con i sogni! Noi abbiamo fiducia in voi. Possa l’Irc, con il contributo di tutti, sostenere le vostre famiglie nel compito educativo e accompagnare ciascuno di voi nell’avventura della scuola e della vita», è l’auspicio finale.

16 gennaio 2024