Iniziato lo sgombero dell’Area F del campo rom di Castel Romano

Il sindaco Virginia Raggi: «Un altro passo avanti nel percorso di superamento e chiusura dei campi». 7 le famiglie coinvolte nel Patto di responsabilità solidale

Sono iniziate questa mattina, 25 marzo, le operazioni di sgombero dell’Area F all’interno del campo rom di Castel Romano, finalizzate a ripristinare le condizioni ambientali e igienico sanitarie a tutela della salute pubblica. Il sindaco di Roma Virginia Raggi parla di «un altro passo in avanti nel percorso di superamento e chiusura dei campi rom presenti a Roma. Abbiamo già chiuso i campi rom di Camping River, Foro Italico e l’insediamento di Schiavonetti – riferisce -. Siamo in fase avanzata sui campi di Barbuta e Monachina, che dal 2017 a oggi sono stati svuotati del 70%. Questi sono fatti. La nostra strategia è chiara: pugno duro contro chi delinque, e assistenza per chi ha bisogno realmente di aiuto».

Sette al momento le famiglie residenti nel campo che hanno firmato il Patto di responsabilità solidale previsto dal Piano Rom, Sinti e Caminanti; di queste, 4 sono già stati trasferite in via temporanea in alloggi popolari dedicati al cohousing destinati all’emergenza abitativa, una è in affitto e altre 2 in fase di trasferimento.  «Il processo di uscita dal campo non è un atto improvviso, né una eccezione normativa – spiega la delegata all’inclusione di Roma Capitale Monica Rossi -. È il frutto di un lavoro costante e quotidiano svolto sul territorio dall’Ufficio Rsc con il supporto degli enti, in un progetto integrato e complesso di cui l’abitare è una componente essenziale». La metodologia, osserva, è quella di «rendere autonome le persone che abitano nei campi, promuovendo il loro accesso a tutti i diritti di cittadinanza. Rompiamo la logica del campo con delle alternative». Le misure abitative infatti «sono declinate secondo una pluralità di forme. Le strade adoperate sono quelle previste dal piano Rom e dalle norme vigenti. Le famiglie sono in parte in cohousing, in parte in affitto».

Soddisfazione anche nelle parole del sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà, al fianco di Roma Capitale data la vicinanza del campo con la sua città, così come in quelle dell’associazione Arci onlus, che evidenziano il «costante lavoro di orientamento e inserimento socio-lavorativo che ha prodotto anche la regolarizzazione dello status giuridico per chi ne era sprovvisto e ha contribuito al contenimento dei possibili effetti della pandemia».

Nelle scorse settimane, nove famiglie che risiedevano nel campo, tra l’Area F e l’Area Ex Tor Pagnotta, si sono allontanate spontaneamente e altre due hanno raggiunto l’assegnazione definitiva della casa popolare. Dunque, al momento dello sgombero erano presenti solo nove nuclei familiari che, sottolineano da Roma Capitale, «non hanno mai collaborato nel processo di inclusione previsto dal Piano Rom». Presente anche la Sala Operativa Sociale, per assicurare loro assistenza e proporre, a ricorrere dai presupposti e compatibilmente con la disponibilità di posti, l’accoglienza presso le strutture del circuito cittadino dell’emergenza. «Successivamente alle attività di allontanamento dei nuclei –  informano ancora dal Campidoglio -, viene avviata la rimozione dei moduli abitativi liberati e la pulizia e la bonifica dei luoghi».

25 marzo 2021