Ingressi e ricreazione scaglionati, le misure anti Covid del liceo Giulio Cesare

La preside Paola Sensi: «L’organizzazione è stata ed è impegnativa ma contiamo sul senso di responsabilità di tutti». Il sostegno delle famiglie

Ricreazione e ingressi diversificati e banchi riadattati per i circa mille studenti del Liceo Giulio Cesare di Roma, lo storico istituto della Capitale che dagli anni ’30 è presente nel quartiere Trieste, non lontano da via Nomentana e da viale Regina Margherita. «Non si può fare a meno della didattica in presenza – afferma la preside Paola Senesi – perché è il tratto distintivo della scuola e consente coesione sociale e rapporti interpersonali tra i ragazzi, un qualcosa di fondamentale per la vita di ognuno, soprattutto a quell’età». La presenza fisica dei ragazzi è poi un tassello importante, secondo la dirigente, per far ripartire tutti, comprese le famiglie, e dare loro un primo sprazzo di normalità.

«L’organizzazione post Covid – racconta – è stata ed è impegnativa ma contiamo ogni giorno sul senso di responsabilità di tutti e devo dire che, a parte i primi tre-quattro giorni quando è stato necessario sorvegliare tutti gli ingressi e le uscite, adesso le cose stanno continuando con regolarità». Il protocollo prevede la misurazione della temperatura corporea con il termoscanner ma dopo il rodaggio iniziale ormai si riesce a svolgere questa “pratica” perdendo il minor tempo possibile, in attesa dell’altro momento critico, quello della ricreazione, «quando inevitabilmente i ragazzi si sentono un po’ più liberi e c’è più possibilità di avvicinarsi» e socializzare. Anche questo momento è stato scaglionato in tre turni distinti, con gli studenti «che si sono dimostrati attenti e rispettosi».

La situazione di banchi e infrastrutture, che accomuna un po’ tutte le realtà italiane, è stata «risolta con soluzioni temporanee – sottolinea ancora la preside -, quindi con i banchi biposto con un solo studente, altri banchi singoli già acquistati anni fa e con le sedie con la ribaltina che avevamo nell’Aula Magna. Aspettiamo ciò che abbiamo chiesto, ovvero i famosi banchi monoposto che però ancora tardano ad arrivare».

Le regole anti contagio e le disposizioni per la sicurezza sono state illustrate a tutti i genitori con due incontri in streaming prima dell’inizio delle lezioni. La preoccupazione tocca ovviamente tutte le famiglie ma, precisa Senesi, «tutti si sono dimostrati comprensivi e pronti a sostenere la scuola. Ho in programma altri incontri telematici per aggiornare i genitori sulla situazione e avere da loro i primi feedback su come stanno andando questi giorni». La situazione emergenziale, in ogni caso, ha fatto emergere esigenze e modi nuovi di fare scuola. «Si stanno prospettando delle iniziative per l’uso di nuove tecnologie – informa la dirigente scolastica -. È opinione di tutti, docenti e studenti compresi, che l’insegnamento a distanza non può sostituire in toto quello in presenza ma può far nascere metodi di studio sicuramente innovativi e creativi. Come per le assemblee scolastiche: per impedire eventi con troppe persone metteremo in atto il tutto su piattaforme telematiche».

Nel frattempo, i più speranzosi sembrano proprio i ragazzi, come si nota dall’entusiasmo comune prima di entrare o subito dopo l’uscita da scuola. «Siamo sereni e felici di rivedere e stare con i nostri compagni – racconta Francesco, 17 anni – e stiamo riuscendo a seguire nel modo corretto le lezioni. Ovviamente speriamo che la vita torni quella di prima, anche se sappiamo che è ancora troppo presto». Anche la preside Senesi conferma le speranze ma anche le difficoltà degli alunni. «Per loro – spiega – non è facile pensare di dover ancora rinunciare alle feste o a momenti goliardici e di divertimento». Al loro fianco ci sono i professori, che, conclude Senesi, spingono molto per «sensibilizzarli ad avere gli stessi atteggiamenti di responsabilità anche al di fuori della scuola, sia per tutelare il bene collettivo sia per non rendere poi vani gli sforzi che facciamo qui».

2 ottobre 2020