San Saturnino, Nostra Signora del Santissimo Sacramento e Santi martiri canadesi e San Pio V, che si uniscono alla parrocchia di Selva Candida, già oggetto di accordo con la diocesi di Porto-Santa Rufina. Sono queste le parrocchie romane che da mercoledì 11 dicembre sono coinvolte nella sperimentazione del progetto “Infermiere di parrocchia”, , figura prevista da un precedente accordo firmato lo scorso luglio da don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei, e dal direttore generale dell’Azienda sanitaria locale Roma 1 Angelo Tanese. L’accordo è stato siglato nei giorni scorsi dallo stesso Tanese con il vescovo Paolo Ricciardi, delegato per la pastorale sanitaria nella diocesi di Roma. L’obiettivo: «Favorire una presenza e una collaborazione degli operatori sanitari dell’azienda con la rete sociale delle parrocchie, in modo da raggiungere le persone portatrici di maggior bisogno di cura e assistenza, promuovere la salute e la prevenzione, facilitare i percorsi di accesso alle cure», spiegano dalla Asl. Raggiungendo anche chi «non riesce a intercettare i servizi messi a disposizione dallo Stato», spiegava don Angelelli illustrando il progetto a luglio.

Il progetto è promosso dall’Ufficio Cei per la pastorale della salute, che si avvale del supporto tecnico della Asl Roma 1. La sperimentazione però travalica i confini della Capitale: partirà anche nelle Aziende sanitarie Cuneo 2 e Matera, che hanno sottoscritto analoghi accordi con le diocesi di riferimento. Iniziato ieri, 12 dicembre, intanto,  un percorso di formazione che coinvolge congiuntamente infermieri e referenti delle comunità parrocchiali, utile a condividere obiettivi, strumenti e modalità operative di un prototipo di infermiere di comunità in parrocchia.

13 dicembre 2019