Infanzia, Save the Children: primario il contrasto alla povertà educativa

Presentato in Senato il rapporto “Un miglior inizio”. L’importanza degli interventi per la primissima infanzia. «Già nella legge di bilancio maggiori risorse»

«In Italia solo 1 bambino su 4 (il 24%) ha accesso all’asilo nido o a servizi integrativi per l’infanzia e, di questi, solo la metà (12,3%) frequenta un asilo pubblico. Un Paese che resta ancora molto lontano dal target stabilito dall’Unione europea di garantire ad almeno il 33% dei bambini tra 0 e 3 anni l’accesso al nido o ai servizi integrativi». A fornire i dati è Save the Children, nel rapporto “Un miglior inizio” presentato questa mattina, 5 novembre, in Senato, alla presenza, tra gli altri, di Francesca Puglisi, sottosegretario del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. «Fondamentale», secondo l’organizzazione, «investire nei servizi socio-educativi per la prima infanzia di qualità, accessibili a tutti i bambini, al fine di ridurre le disuguaglianze educative che emergono sin dai primi anni di vita. Un obiettivo che in Italia va perseguito anche aumentando la disponibilità di posti e la copertura territoriale per i bambini fino ai 3 anni».

A poche ore dalla presentazione in aula della legge di bilancio da parte del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, Save the Children ribadisce quindi l’importanza degli interventi a favore della primissima infanzia, che lo stesso premier aveva messo tra le priorità dell’azione di governo nel discorso in cui chiedeva la fiducia al Parlamento. «Apprezziamo l’attenzione che il governo destina al tema della prima infanzia nella bozza di legge di bilancio ma servono più risorse da destinare a favore della fascia tra gli 0 e i 3 anni», afferma Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children. Per Milano, «siamo ancora troppo lontani dagli obiettivi di copertura di accesso al nido e ai servizi integrati ed è necessario un piano pluriennale che consenta l’ampliamento dell’offerta di servizi per la prima infanzia. Lo stanziamento di 520 milioni previsto dalla bozza della legge di bilancio per il bonus Asili Nido potrà coprire solo una ridotta platea di beneficiari, presumibilmente quelli che già usufruiscono dei servizi, senza incidere sull’ampliamento dell’offerta».

Da Save the Children arriva dunque la sollecitazione a dotare di risorse il Fondo per il Piano d’azione nazionale pluriennale per un sistema integrato da zero a sei anni. L’obiettivo: arrivare alla copertura della popolazione sotto i tre anni del 33% – tra pubblico e privato -, in tutte le regioni e cofinanziare nuove strutture integrate, i Poli per l’infanzia, come previsto dalla riforma delineata dal decreto legislativo n. 65 del 13 aprile 2017, garantendo al contempo il ruolo di indirizzo, programmazione e coordinamento al Miur, che necessiterà di risorse aggiuntive specializzate.

Tali strumenti, si legge nel rapporto di Save the Children, «consentono di combattere le diseguaglianze educative che possono avere sui bambini un impatto di lunga durata e si manifestano molto prima dell’accesso alla scuola dell’obbligo. La povertà educativa va infatti combattuta a partire dai primi anni di vita, attraverso solide politiche di sostegno alla prima infanzia e alla genitorialità, oggi assolutamente carenti nel nostro Paese, evitando che siano proprio i bambini delle famiglie più svantaggiate a rimanere esclusi dalle opportunità educative di qualità».

Necessario quindi anche un impegno finalizzato a garantire un servizio educativo di qualità. «Il contrasto alla povertà educativa – ancora le parole di Milano – resta una delle sfide primarie che il nostro Paese deve affrontare se vuole guardare al futuro, investendo sulle nuove generazioni». Anche per questo «è urgente investire nuove risorse destinate all’istruzione per garantire il tempo pieno nel primo ciclo e nella scuola dell’infanzia nelle aree prioritarie di contrasto alla povertà educativa minorile, incluso un investimento nelle mense di qualità gratuite per tutti i bambini della scuola primaria, e consentire ai nostri ragazzi di poter studiare in scuole sicure». Misure urgenti, secondo la direttrice dei programmi Italia-Europa dell’organizzazione, che andrebbero attuate a partire dalla legge di bilancio che si sta per presentare al Parlamento.

5 novembre 2019